Covid, per i vaccinati o i guariti attenti all'abbronzatura: pelle più debole, ecco i rischi al sole

Covid, per i vaccinati o i guariti attenti all'estate al sole: pelle più debole, ecco i rischi
Covid, per i vaccinati o i guariti attenti all'estate al sole: pelle più debole, ecco i rischi
di Mario Landi
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Sabato 12 Giugno 2021, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 15:36

Guariti dal Covid o vaccinati pronti ad andare in vacanza, quest'estate dovranno fare molta attenzione all'esposizione al sole. Anche solo stando all'aria aperta. Le manifestazioni della pelle associate ai diversi stadi dell'infezione o successive alla somministrazione dell'immunizzante richiedono infatti che ci si protegga il più possibile. La campagna di prevenzione dei tumori della pelle «SorrIDI al sole», che prende il via oggi, promossa dall'Istituto dermopatico dell'Immacolata di Roma-Ircss in collaborazione con l'Idi-Farmaceutici, comprende anche le misure di protezione per coloro che hanno contratto il Covid-19 o che si sono sottoposti al vaccino. 

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Dermatologo fondamentale - «Per queste persone sarebbe opportuno indicare un lasso di tempo di alcune settimane prima dell'esposizione solare, inoltre dovranno prendere il sole gradualmente, utilizzare creme ad alta protezione ed eventualmente associarle alla fotoprotezione sistemica.

Per questi motivi è fondamentale il ruolo del dermatologo nell'istruire ad una corretta esposizione», avverte Luca Fania, dermatologo dell'Idi e coordinatore dell'ambulatorio «tumori cutanei non melanocitarì. Il contagio da Covid può presentarsi anche con manifestazioni della pelle associate ai diversi stadi dell'infezione. Quelle più frequenti sono l'orticaria, un'eruzione simile a quella del morbillo o della varicella, geloni, livedo reticularis e la vasculite. «Inoltre, le persone vaccinate - spiega Fania - potrebbero manifestare in seguito alla somministrazione, eruzioni cutanee, orticaria o eritemi». La fotoprotezione topica è essenziale e consiste nell'uso di filtri fisici con polveri naturali ( ossido di zinco o biossido di titanio) capaci di riflettere o diffrangere le radiazioni UV, oppure di filtri chimici in grado di assorbire le radiazioni UV in seguito all'esposizione solare. Il fotoprotettore (fattore di protezione solare 30 o superiore) va applicato ogni volta che ci si espone ai raggi UV, ossia anche quando si esce di casa.

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Fotoprotezione sistemica - In supporto alla fotoprotezione topica, i dermatologi indicano la fotoprotezione sistemica: cioè l'assunzione per via orale di specifici fotoprotettori come vitamine, minerali, polifenoli, carotenoidi dotati di proprietà fotoprotettive e anti-fotocancerogene. Queste sostanze potenziano la protezione naturale contro gli effetti dannosi delle radiazioni UV e prevengono la carcinogenesi e l'invecchiamento foto-indotto. Il fattore di rischio principale - sottolineano i dermatologi dell'Idi - è l'esposizione prolungata alle radiazioni ultraviolette (UV) del sole o delle lampade artificiali. Le radiazioni UV, oltre a indurre danni al Dna promuovendo negli anni la trasformazione tumorale delle cellule cutanee (fotocarcinogenesi), determinano un aumento dello stress ossidativo a livello cellulare (invecchiamento foto-indotto). Generalmente, le neoplasie della pelle insorgono su aree cutanee cronicamente esposte come la regione testa-collo, il dorso delle mani ed il tronco, in particolare in soggetti che svolgono attività lavorative e hobby all'aperto. I tumori non melanocitari rappresentano le neoplasie più comuni, con un'incidenza in continua crescita: secondo le stime Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), l'incidenza del carcinoma basocellulare è aumentata del 10% all'anno, arrivando ad avere un carico di prevalenza paragonabile a quella di tutti i tumori considerati nel loro insieme. Sebbene questi tumori presentino una mortalità estremamente inferiore rispetto a quella del melanoma, se trascurati negli anni possono comportare complicazioni per il paziente. La terapia orale con nicotinamide, ossia una delle forme di vitamina B3, è allo stato attuale l'unico farmaco che ha dimostrato la riduzione dei tumori cutanei non melanocitari.

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