Coronavirus, Rezza (Iss): «Circolerà sino all'immunità di gregge, in autunno alto rischio che riparta»

Coronavirus, Rezza (Iss): «Circolerà sino all'immunità di gregge, in autunno alto rischio che riparta»
Coronavirus, Rezza (Iss): «Circolerà sino all'immunità di gregge, in autunno alto rischio che riparta»
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Giovedì 2 Aprile 2020, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 11:20

«Coronavirus, se abbattiamo finalmente la trasmissione, poi dobbiamo evitare che tutto riparta. Vanno intercettati i casi grazie ai medici di famiglia e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, e messi subito in quarantena». È il monito di Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell'Istituto superiore della sanità in un'intervista oggi a un quotidiano. Il coronavirus «circolerà finché non si crea un'immunità di gregge, e si spera non avvenga in breve tempo perché significherebbe far morire tantissime persone e stressare in modo inaudito il sistema sanitario, oppure finché non si trova un vaccino. Rischiamo continue reintroduzioni perché persisterà nella popolazione e dobbiamo essere attenti a intercettare eventuali focolai. Forse d'estate si trasmetterà di meno, ma ad autunno ci sarà il rischio che riparta. Ci vuole una strategia». 

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Anche la App per il tracciamento è uno strumento «importante. Aiuta a capire dove sono state le persone, così da intercettare contatti a rischio. Si sta lavorando per individuare la soluzione migliore». Il momento è delicato e gli errori non sono ammessi: se l'epidemia riparte, avverte Rezza, «c'è il rischio di chiudere di nuovo tutto».

 


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L'Italia dovrà ripartire piano piano con il nemico dentro casa, ma come farà? Riapriranno prima alcune regioni e poi altre?
«Guarderei alle chiusure. A parte che forse avrei fatto alcune zone rosse in più in Lombardia - premette l'esperto - quando sono stati presi i provvedimenti per tutta Italia di certo hanno frenato la corsa del virus al Centro-Sud. Invece nei pochi giorni che alcune regioni del Nord sono state chiuse e le altre no abbiamo visto le fughe da quelle aree. Per questo forse riaprire in modo scaglionato può non essere efficace. E poi la maggior parte delle attività produttive stanno proprio al Nord. Che facciamo, lo apriamo dopo perché ha avuto una maggiore diffusione del virus?». Dopo la scadenza della proroga delle restrizioni anti-contagio al 13 aprile, per Rezza «bisognerà osservare se la curva va bene. A quel punto certamente alcune attività produttive si potranno riaprire, ovviamente mettendo in sicurezza i lavoratori. E andrà messo in piedi un programma di individuazione rapida di eventuali casi», inteso come «un sistema di allerta territoriale che ci permetta di intercettare subito nuovi focolai».

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