Zona gialla Lombardia, Lazio, Veneto e Calabria? Ecco chi rischia: i casi Campania e Marche

Dodici regioni registrano una crescita lineare di contagi

Zona gialla Lombardia, Lazio, Veneto e Calabria? Ecco chi rischia: i casi Campania e Marche
Zona gialla Lombardia, Lazio, Veneto e Calabria? Ecco chi rischia: i casi Campania e Marche
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Giovedì 2 Dicembre 2021, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 11:19

Dopo Friuli Venezia Giulia e Alto Adige, altre regioni si candidano a entrare in zona gialla non a brevissimo termine ma a partire dalla prossima settimana. Le sorvegliate speciali sono Lombardia, Lazio, Veneto, Calabria e Campania. Ma anche Marche e Liguria. Cos'hanno in comune? Un aumento dei contagi e un primo campanello di allarme che arriva dagli ospedali: in alcune regioni si nota un flusso di pazienti che si è spostato dai reparti ordinari ai reparti di rianimazione. Emblematico il caso di Milano dove si sta prendendo in considerazione di riaprire l'ospedale in Fiera.

La Regione Lombardia si è attivata per «preparare alcuni moduli dell'ospedale in Fiera, per renderli operativi in 24/48 ore se si manifestasse l'esigenza», ha spiegato il presidente della Lombardia Attilio Fontana invitando ad evitare allarmismi. «Niente allarmismi , ricordiamoci - ha aggiunto - che lo scorso anno in questo periodo, dopo un mese di zona rossa, avevamo 3.437 ricoverati nei reparti ordinari, oggi 887, e 489 ricoverati in terapia intensiva, oggi 108».

«Noi abbiamo ricevuto la comunicazione in cui ci viene detto di prepararci e quindi abbiamo fatto tutto il percorso necessario a riattivare la struttura» dell'ospedale in Fiera. «La richiesta per adesso riguarda due moduli da 16 posti letto, quindi per 32 pazienti. Al termine di questo percorso, poi, sarà la Regione a comunicarci se e quando iniziare ad accogliere i pazienti. Però per il momento non ci è stato comunicato di accogliere alcun paziente. Semplicemente di attivare la struttura. Non c'è una data di apertura precisa, perché è una decisione che dovrà essere presa a livello centrale, che ci verrà comunicata e da quella comunicazione decorreranno 48 ore per iniziare a ricevere i pazienti». A spiegare all'Adnkronos Salute qual è il percorso che potrebbe portare alla riapertura nei prossimi giorni dell'ospedale in Fiera di Milano è il direttore generale del Policlinico di Milano, Ezio Belleri. «Queste informazioni le dà la Regione - dice il Dg - La scelta di riaprire va in funzione dell'andamento dell'epidemia e dei ricoveri e sarà comunque la Regione a decidere questa cosa. Sul piano formale la comunicazione è stata inviata ieri, ma il percorso di valutazione è iniziato alcuni giorni prima. Ci sono stati una serie di contatti prima, non è una cosa che nasce nel giro di un giorno. Siamo in contatto costante, ci sono i nostri collaboratori all'interno dell'Unità di crisi regionale per il discorso delle terapie intensive, quindi il contatto è diretto. Il nostro riferimento è la Direzione generale Welfare. Ci è stato chiesto di prepararci e abbiamo agito in questi termini naturalmente». «La richiesta adesso riguarda due moduli, poi vedremo il percorso che si dovrà fare - prosegue Belleri - Può ovviamente crescere, ma noi auspichiamo di no perché speriamo non ci siano persone da ricoverare e speriamo che l'andamento pandemico non sia tale da riportarci ai livelli dello scorso anno, quando» l'hub di terapia intensiva del Portello è «arrivato a una presenza complessiva di circa 80 pazienti. Noi speriamo naturalmente di non arrivare neanche lontanamente a quei livelli, anzi speriamo di non aprire proprio.

Ma questo dipende dall'andamento della pandemia. Speriamo bene».

 

La Lombardia è al momento la regione più vicina all'ingresso nella zona gialla nei prossimi sette-dieci giorni. Il presidente Fontana dichiara che ci sarà un'altra settimana in zona bianca, in base ai numeri inviati all'Iss. In Friuli Venezia si nota un'iniziale inversione di tendenza, nonostante tra le regioni prevalga ancora la fase di crescita. 

Lo indica l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.Picone, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). «La situazione più grave è ancora nelle regioni di confine, in particolare quelle a Nord Est - osserva - e le cinque regioni/province autonome con incidenza maggiore sono Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle D'Aosta e Trento. L'onda epidemica, dopo Emilia Romagna e Marche, ha raggiunto anche Lombardia, Lazio e Liguria».

«Nel Friuli Venezia Giulia, origine dell'attuale fase espansiva in Italia, l'onda si è attenuata - osserva il matematico - e c'è un iniziale trend di decrescita dell'incidenza; anche la curva delle terapie intensive del Friuli Venezia Giulia mostra, negli ultimi tre giorni, un trend di decrescita. Si prevede che il fenomeno, probabilmente spiegato dai comportamenti individuali indotti dalla percezione della fase di peggioramento, nei prossimi giorni possa diventare più marcato grazie agli effetti, ritardati, dell'entrata in zona gialla a partire da lunedì scorso».

L'analisi indica poi che si osserva una crescita lineare in Basilicata (debole), Bolzano, Calabria (dopo un'accelerazione), Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trento e Veneto. La crescita frena in Emilia Romagna, Sicilia, Valle d'Aosta, Sardegna (vicina al massimo). 

Sono in fase di stasi l'Umbria, l'Abruzzo (dove si osservano iniziali segni di decrescita) e Puglia (con iniziali segni di crescita). È in decrescita il Molise.

In Lombardia, la crescita lineare della curva dell'incidenza dei positivi fa prevedere che nei prossimi 7-10 giorni continuerà la crescita lineare dell'occupazione nei reparti ordinari (al momento il livello è pari a circa 13.5%) e nelle terapie intensive (circa 7%). «Con i tassi di crescita medi correnti - osserva Sebastiani - tra 7-10 giorni nella regione si dovrebbero oltrepassare entrambe le soglie (15% e 10% rispettivamente). Con i trend attuali, si prevede quindi che la Lombardia dovrebbe avere i numeri da zona gialla tra 7-10 giorni».

Sotto osservazione speciale è la Calabria, «che si prevede - rileva l'esperto - superi a giorni la soglia del 10% delle terapie intensive e, dopo essere stata per circa due settimane con un'occupazione nei reparti ordinari in stasi attorno a un valore medio pari a circa il 12%, negli ultimi tre giorni è salita di poco sopra al 13%».

Ecco di seguito i valori dell'incidenza (numero di casi ogni 100.000 abitanti): Bolzano (617), Friuli Venezia Giulia (337), Veneto (297), Valle d'Aosta (289), Trento (197),Emilia Romagna (195), Marche (191), Liguria (177), Lazio (158), Lombardia (145), Piemonte (123), Campania (122), Abruzzo (103), Toscana (96), Sicilia (93), Calabria (88), Umbria (65), Molise (52), Sardegna (50), Puglia (43), Basilicata (41).

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