West Nile fa un morto in provincia di Brescia. Un bresciano è deceduto per la Febbre del Nilo, la malattia provocata dal virus West Nile diffuso dalla puntura della zanzara. La vittima è residente a Cigole, nella Bassa bresciana. Era uno dei due pazienti più gravi dei quattro casi Bresciani ed era ricoverato in ospedale.
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Il decesso del 74enne - e non 84enne come in precedenza emerso - a causa della Febbre del Nilo è avvenuto il 4 agosto all'ospedale di Manerbio nel Bresciano.
West Nile, Cauda: «Mantenere attenzione alta»
Bisogna ovviamente «mantenere alta l'attenzione e il monitoraggio ma, allo stesso tempo va anche detto che l'infezione da virus West Nile è una patologia che nella stragrande maggioranza dei casi non presenta forme gravi». Lo sottolinea Roberto Cauda, direttore dell'Unità Malattie infettive del Policlinico Universitario Agostino Gemelli e ordinario di Malattie Infettive presso l'Università Cattolica di Roma, invitando ad evitare allarmismi.
Questa infezione, afferma, «è nella maggioranza dei casi benigna e asintomatica. Solo raramente, in circa lo 0,1% dei casi, presenta forme gravi, soprattutto se ci sono patologie pre-esistenti». I portatori del virus, ricorda, «sono le zanzare ma anche gli uccelli selvatici e gli equidi; l'uomo è contagiato ma la malattia non si tramette da persona a persona». Nella diffusione di questa come di altre patologie 'esotichè, rileva l'esperto, «un ruolo centrale lo hanno indubbiamente le variazioni climatiche, che hanno portato virus e patologie tipiche di altri continenti anche in Occidente. È però anche vero che oggi, dopo la pandemia di Covid-19, c'è una maggiore attenzione che nel passato rispetto alle malattie infettive. Questo è ovviamente positivo, ma - conclude Cauda - vanno evitati gli allarmismi».