Variante Delta, Walter Ricciardi: «La scelta inglese è delirante, rischioso abbassare la guardia»

Variante Delta, Walter Ricciardi: «La scelta inglese è delirante, rischioso abbassare la guardia»
Variante Delta, Walter Ricciardi: «La scelta inglese è delirante, rischioso abbassare la guardia»
di Francesco Malfetano
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Martedì 6 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 08:01

Professor Ricciardi, come valuta la decisione annunciata da Boris Johnson del liberi tutti in Regno Unito dal 19 luglio con addio alle mascherine al chiuso e al distanziamento? Sta sottovalutando la variante Delta
«La valuto come totalmente negativa. Tutti i miei colleghi inglesi sono allibiti. E’ una decisione politica e non scientifica. Trovo inquietante che il Paese con la percentuale di infetti più alta invece di nuove misure di controllo contro l’infezione le elimini. Sono allibito».

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È un pericolo per tutti? La sensazione è che, come abbiamo visto con i tifosi inglesi a Roma, sia difficile controllare le frontiere con efficienza.
«Diciamo che se il Green pass Ue per gli spostamenti all’interno dei 27 viene rispettato, e cioè viene consentito davvero di spostarsi solo a vaccinati, guariti o negativi, questo è un elemento di sicurezza.

Tutto ciò che accade al di fuori di questo perimetro però, come è il caso degli inglesi appunto che sono extra-europei oramai e quindi non rispondono alle norme, è rischioso. Anzi, oggi è rischioso due volte con la variante Delta di mezzo, specie se consideriamo che proprio il Regno Unito è stato la porta d’accesso in Ue dato che il governo inglese ha aspettato due settimane prima di bloccare gli arrivi dall’India mentre aveva già bloccato Pakistan e Bangladesh. L’ultima presa di posizione di Johnson è delirante. È vero che il numero di ospedalizzazioni ora è basso ma se aumenti il numero degli infetti, cioè la platea di riferimento, è ovvio che avrai un impatto. Abbassare la guardia in questo momento è pericolosissimo». 

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Con le vacanze ormai iniziate per migliaia di italiani, i viaggi all’estero e serate passate a ballare senza controlli, il rischio che il contagio torni a muoversi anche in Italia c’è. In Spagna a Maiorca abbiamo visto tutti cosa sta accadendo. Le vacanze peseranno sui contagi? 
«Certo. Ribadisco: se gli spostamenti non sono garantiti dal Green pass è chiaro che il virus si diffonderà più facilmente. Bisogna controllare. Allo stesso modo è invece palese che  la diffusione, dato che troverà una platea di vaccinati forte, avrà un impatto diverso rispetto all’anno scorso. Però noi abbiamo ancora milioni di italiani non vaccinati, anche tra gli over60, che pure rientrano tra la popolazione a rischio». 

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È per questo che il governo prende tempo sulle discoteche?
«Ancora una volta l’ago della bilancia è il rispetto delle regole. La discoteca è  un ambiente ad altissimo rischio perché ci si va per ballare, gridare, stare vicini. Per cui è normale che se entra un soggetto infetto, specie se l’ambiente è chiuso, l’infezione è sicura e quindi le discoteche diventano focolai. Al contrario se controllato è un ambiente gestibile, ma bisogna avere la certezza che i controlli siano rigorosi. Se però non hai la possibilità di farli. è chiaro che cerchi di limitare in altro modo». 


Il tasso di positività è in lieve aumento (da 0,4 a 0,57) in questi giorni. È già una prima avvisaglia che i contagi risaliranno come ad agosto scorso?
«Qualche segnale di allarme lo stiamo vedendo, mentre nelle scorse settimane ci sono state diminuzioni fortissime delle infezioni, ora questa tendenza si è fermata. Dovremo vedere cosa accade ma se tanto mi dà tanto, succederà proprio come in altri paesi. Per cui sì, c’è la possibilità che anziché continuare questa diminuzione, ci sia una risalita». 

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Quindi che autunno sarà? Figliuolo dice che l’obiettivo dell’80% degli italiani immunizzati è ancora raggiungibile a fine settembre. Basterà?
«Diciamo che è la condizione necessaria per avviarci verso un autunno e un inverno diversi, evitando i morti e soprattutto gli errori delle altre ondate. Se alla prima ondata non c’erano i vaccini, per la seconda e la terza si è sbagliato nella gestione del trasporto pubblico e nelle scuole. Se ora però noi vacciniamo, rispettiamo le norme e ci prepariamo per l’autunno con mezzi pubblici potenziati e scuole controllate, potremo avere una stagione normale, senza una pressione forte sul sistema ospedaliero. A quel punto sarà più un problema individuale che collettivo, più delle persone che non si sono vaccinate».

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Per il ritorno a scuola quindi c’è ancora tanto da fare. Il Cts nei criteri indicati per la ripresa delle scuole ha ribadito la necessità di distanziamento e mascherine (e quindi la Dad), anche se l’assessore laziale alla Salute D’Amato sostiene che nel Lazio a settembre le lezioni saranno solo in presenza.
«Partiamo dal presupposto che gli under 12 ora non possono vaccinarsi. Quindi sì, c’è bisogno di distanziamento e mascherina, e anche di avere un’aria purificata. Ma non lo puoi fare solo aprendo le finestre, sennò i bambini congelano, servono delle strategie per il ricircolo, degli investimenti. Dobbiamo mettere le scuole nelle condizioni di non chiudere. Vaccinare tutti dai 12 anni in su, creare le condizioni ambientali (spazi scolastici e percorsi casa-scuola) e comportamentali (mascherine, distanziamento, lavare le mani, igienizzazione dell’ambiente e dell’aria). Se fai queste cose, fai come paesi come la Danimarca, che non le hanno mai chiuse dall’anno scorso». 

 

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