Viaggi all'estero, una dose di vaccino basta per partire? Tutte le regole (e l'incognita variante Delta)

Viaggi all'estero, una dose di vaccino basta per partire? Tutte le regole (e l'incognita variante Delta)
Viaggi all'estero, una dose di vaccino basta per partire? Tutte le regole (e l'incognita variante Delta)
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Domenica 6 Giugno 2021, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 18:50

Durante queste settimane in molti sono alle prese con calcoli e prenotazioni: l’obiettivo è cercare di andare in vacanza facendo in modo che le date di vaccini e richiamo non si sovrappongano con quelle della villeggiatura. Ma è possibile partire in sicurezza dopo avere effettuato la prima dose? In realtà, le notizie che arrivano dal Regno Unito non sono troppo confortanti: in Gran Bretagna i contagi da Covid sono in aumento a causa della diffusione della variante Delta, cioè quella indiana, che è ormai prevalente su quella inglese. Il problema, secondo uno studio pubblicato su Lancet, è che nelle persone che hanno ricevuto una sola dose di Pfizer la risposta anticorpale contro questo nuovo ceppo di Covid sembra essere minore. Pfizer produce infatti livelli più bassi di anticorpi contro la variante Delta. Ma c’è anche una buona notizia: il farmaco è efficace contro tutte le tipologie di Sars-Cov-2 dopo la seconda dose.

 

Latina, la professoressa Lichtner: «I monoclonali funzionano»

Vaccini in vacanza nel Lazio, «Niente dosi ai turisti»: stop ​agli accordi di reciprocità con altri territori

Il virologo Roberto Burioni ha sottolineato che «con due dosi si inducono anticorpi che neutralizzano tutte le varianti di Sars-CoV-2, mentre con una sola no.

E questo potrebbe spiegare perché in Inghilterra le varianti brasiliana e indiana stanno circolando». Burioni ha poi aggiunto che «una sola dose di vaccino Pfizer induce nella maggior parte dei vaccinati una buona quantità di anticorpi neutralizzanti contro il virus originale. Al contrario, quella singola dose di vaccino non induce una risposta così efficace contro le varianti, in particolare la brasiliana e l’indiana». Per questo motivo, dopo la prima somministrazione è necessario continuare a rispettare in modo scrupoloso le prescrizioni anti-contagio: indossare le mascherine, igienizzare con frequenza le mani, evitare luoghi affollati, rispettare le distanze interpersonali.


In questi giorni, in Italia stiamo assistendo a un forte calo di decessi e contagi, ma l’emergenza non è finita. Per quanto riguarda i viaggi, se si va all’estero è importante consultare il portale «Viaggiare sicuri» del Ministero degli Esteri, per capire la situazione negli altri Paesi e prendere eventuali precauzioni.
C’è poi un’altra questione non secondaria: in molti si chiedono se si potrà ricevere la seconda dose di vaccino nei luoghi di vacanza. Per il momento l’ipotesi più probabile è che questa possibilità - in Italia - sarà riservata a chi trascorrerà un lungo periodo di tempo lontano da casa, visto che sarebbe troppo caotico organizzare una vaccinazione di massa nei luoghi di villeggiatura.

 

Un’altra ipotesi, più praticabile, è quella di rinviare di qualche giorno l’appuntamento per il richiamo. Ogni farmaco, però, ha una soglia di flessibilità differente per il richiamo. Secondo le indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), la seconda dose di Pfizer può essere effettuata dopo un minimo di 21 e un massimo 42 giorni dalla prima inoculazione. Per Moderna si va da 28 a 42 giorni, mentre per AstraZeneca il richiamo dovrebbe essere fatto dopo un minimo di 70 e un massimo di 84 giorni.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA