Pfizer, terza dose riduce di quattro volte i rischi di infezione: i risultati della ricerca israeliana

Pfizer, terza dose riduce di quattro volte i rischi di infezione: i risultati della ricerca israeliana
Pfizer, terza dose riduce di quattro volte i rischi di infezione: i risultati della ricerca israeliana
di Cristiana Mangani
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Lunedì 23 Agosto 2021, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 10:21

I risultati sono stati pubblicati ieri dal ministero della Sanità israeliano e hanno concluso che una dose di richiamo del vaccino Pfizer-BioNTech migliora significativamente la protezione da infezioni e malattie gravi tra le persone di età superiore ai 60 anni. I dati ottenuti nella ricerca tendono a rafforzare la spinta per l'implementazione di un terza dose del vaccino, che ha come obiettivo una maggiore protezione nelle persone anziane e immunodepresse.

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Nelle conclusioni dell'indagine scientifica viene evidenziato come, tra le persone di età pari o superiore ai 60 anni, la dose di richiamo abbia dato una protezione dal Covid quattro volte maggiore dopo dieci giorni dall'assunzione, rispetto a chi era stato vaccinato con due dosi.

I risultati sono stati pubblicati dalla Reuters e seguono ad altre ricerche secondo le quali, la terza dose offriva anche una protezione da cinque a sei volte più forte contro il ricovero in ospedale o malattie gravi dopo 10 giorni dall'assunzione.

 

Nonostante abbia una percentuale di vaccinati tra le più ampie del mondo, Israele ha visto di recente una ripresa molto elevata di infezioni da Covid, in gran parte dovuta alla grande contagiosità della variante Delta. Tuttavia, gli esperti hanno rilevato che la stragrande maggioranza delle persone che si sono ammalate non sono vaccinate, secondo quanto riportato dal Times of Israel . La dottoressa Sharon Alroy-Preis, capo dei servizi sanitari pubblici israeliani, ha dichiarato la scorsa settimana: «C'è un cauto ottimismo e vediamo un freno alla grave diffusione». E comunque Israele ha già vaccinato con la terza dose 1,5 milioni di persone, su una popolazione di 9,3 milioni. Secondo Bloomberg , circa il 60% della popolazione del Paese ha ricevuto almeno due dosi del vaccino.

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Variante Delta

Quando la variante Delta ha iniziato a diffondersi nel Paese dal mese scorso, i dati hanno mostrato che i vaccini erano significativamente meno efficaci nel prevenire le infezioni da questo tipo di variante. Pfizer è risultato efficace contro l'infezione solo al 39%, e nel 41% per quella con sintomi più evidenti. Sebbene il vaccino fornisse ancora una solida protezione del 91% contro le malattie gravi, c'erano preoccupazioni sulla diminuzione dell'immunità tra gli anziani e gli immunodepressi. E così il 30 luglio, Israele ha iniziato a somministrare la terza dose a persone di età superiore ai 60 anni. La scorsa settimana, ha abbassato a 40 anni, includendo anche le donne incinta, gli insegnanti e gli operatori sanitari al di sotto di quell'età. Il Paese ha cominciato la nuova vaccinazione con cinque mesi di anticipo rispetto alla media degli altri Stati. Stanno valutando se procedere nella stessa maniera anche Stati Uniti, Canada, Francia e Germania. Dibattito aperto, con il solito strascico di polemiche, in Italia, dove si comincia a parlare della terza dose, sebbene dall'Oms arrivi l'indicazione per tutti di vaccinare prima chi non ha ancora ricevuto alcuna immunizzazione.

 

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