Il vaccino protegge anche dal long Covid: sintomi brevi e più leggeri

Il vaccino protegge anche dal long Covid: sintomi brevi e più leggeri
Il vaccino protegge anche dal long Covid: sintomi brevi e più leggeri
di Graziella Melina
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Sabato 24 Luglio 2021, 23:01 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 10:41

Il vaccino antiCovid non solo evita che le terapie intensive siano di nuovo affollate di pazienti da intubare, ma può proteggere anche dagli acciacchi del cosiddetto long Covid. Anche chi si vaccina, se non segue le misure di precauzione, potrebbe ritrovarsi un tampone positivo, ma se è protetto dalle due dosi non svilupperà la malattia in forma grave e non dovrà fare nemmeno i conti con gli strascichi del Covid. Il cosiddetto long Covid è una condizione di persistenza di sintomi quali stanchezza, perdita di olfatto e gusto, affanno, per citarne solo alcuni. Si tratta di disturbi che, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), «possono prolungarsi con un eterogeneo complesso di manifestazioni cliniche subacute e croniche che precludono un pieno ritorno al precedente stato di salute». Non è dunque un problema di poco conto. Gli esperti dell’Iss stanno monitorando anche i casi di reinfezione per valutare se la vaccinazione previene la comparsa del long Covid. Del gruppo di lavoro fa parte anche la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). «Stiamo osservando se un vaccinato che si ammali di Covid può avere teoricamente una forma di Covid prolungato - spiega il presidente della Simg Claudio Cricelli - Anche se, a nostro parere, dall’osservazione che abbiamo in questo momento è improbabile».

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Niente long Covid per chi è vaccinato

Gli esperti ne sono quasi certi: niente long Covid per chi è vaccinato. «I presupposti ci sono tutti anche se non ci sono ancora dati solidi per poterlo affermare - spiega Roberto Luzzati, professore di Malattie infettive dell’Università di Trieste - Ricordiamo che il long Covid nel non vaccinato ha un’incidenza elevata, tra il 40 e il 50 per cento. Le persone vaccinate, invece, generalmente non sviluppano la malattia, se non in forma asintomatica oppure lieve, e ancora di meno il long Covid». Del resto, i dati dell’epidemia di questi giorni, con un rialzo dei positivi ma non dei casi gravi che necessitano di ospedalizzazione, lo dimostrano in modo chiaro.
«In genere, oltre il 90 per cento delle persone che si infettano dopo le due dosi di vaccino - conferma Roberto Giacomelli, direttore di Immunologia clinica e reumatologia del Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma - hanno una forma molto lieve o addirittura totalmente asintomatica.

Quindi è praticamente quasi impossibile che possano sviluppare un long Covid. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, non si accorgono nemmeno di aver avuto l’infezione».

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Il vaccino, insomma, evita anche i malesseri che si protraggono per mesi. «La profilassi è estremamente importante perché protegge dal rischio che ci si ammali della forma grave della malattia - ribadisce Giacomelli - Noi stiamo osservando parecchie persone che si infettano anche dopo due dosi. Il problema è che se ne accorgono solo perché fanno un tampone. Ma il 99 per cento di queste persone hanno una forma totalmente asintomatica». Sull’efficacia del vaccino antiCovid, nessun dubbio. «Il soggetto sano immunocompetente che risponde come il 99 per cento di una popolazione è protetto dalle forme più gravi di malattia incluse il long Covid - rimarca Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Pisa e vicepresidente della Società italiana di Microbiologia - Nei casi in cui la malattia si sviluppi lo stesso, non è un problema del vaccino, ma del fatto che il sistema immunitario non ha risposto nel modo atteso».

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La sperimentazione

Alcuni studi ora si stanno indirizzando sull’efficacia del vaccino nel ridurre i sintomi del long Covid. Se cioè una inoculazione, nei soggetti guariti dalla malattia ma ancora alle prese con il long Covid, possa essere utile. «Se il sistema immunitario dell’individuo non ce la fa a scrollarsi di dosso l’infezione - precisa Pistello - viene somministrato uno stimolo esterno contro lo stesso virus. In questo modo, il sistema immunitario rafforza la sua risposta. Il vaccino potrebbe essere una buona opzione terapeutica».
 

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