Vaccino nei drive-in militari, il piano: 12 milioni di dosi a marzo

Vaccino nei drive-in militari, il piano: 12 milioni di dosi a marzo
Vaccino nei drive-in militari, il piano: 12 milioni di dosi a marzo
di Cristiana Mangani
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Marzo 2021, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 10:50

Una settimana di tempo per riorganizzare la Protezione civile. E poi la grande corsa per la vaccinazione, che già ieri ha visto aumentare le dosi da 100 mila a circa 200 mila al giorno. Il premier Draghi avrebbe chiesto al nuovo capo Fabrizio Curcio di fare il più in fretta possibile per rimettere in sesto una struttura dalla quale, di recente, erano andati via molti dirigenti. Si dovrà anche distribuire al meglio le energie: quell'esercito composto da 300 mila volontari, tra medici e logistici, che avranno il compito di supportare la campagna vaccinale fino all'obiettivo massimo di 5-600 mila somministrazioni al giorno. Tante, quante ne ha richieste Palazzo Chigi.

Tutto il resto spetterà alle strutture sanitarie civili e alle Forze armate, che già stanno operando sul territorio nazionale da febbraio del 2020 con le due operazioni Igea ed Eos, sotto la direzione del Comando operativo di vertice Interforze (Coi), il cui comandante è il generale Luciano Portolano.

La nomina del generale Francesco Paolo Figliuolo a Commissario straordinario per l'emergenza, ha messo ancora di più al centro della lotta alla pandemia la strategia militare. E il piano di intervento sarà tutto concentrato sul migliore utilizzo di caserme, fiere, sull'allestimento di nuove tensostrutture, ma anche e soprattutto sulla possibile riconversione di una parte dei 200 Drive through Difesa, dove, al momento, si eseguono i tamponi, in strutture per la somministrazione dei vaccini. Sono 148 quelli già avviati su tutto il territorio e altri saranno disponibili a breve.

Varianti, l'Iss: sono il 60% dei casi, brasiliana in Lazio e Umbria, Merche e Toscana

Covid, Bassetti: «Vacciniamo tutti i giocatori di serie A (che sono meno di 600...)»

Le riunioni

Ieri il neo commissario e il nuovo capo della Protezione civile hanno incontrato i ministri Speranza e Gelmini. Venerdì si svolgerà una riunione con la Conferenza delle Regioni, proprio per tentare di superare quello che è il principale ostacolo a una vaccinazione omogenea e di massa, ovvero la partenza differita tra nord centro e sud d'Italia, i ritardi, le incapacità, che stanno rallentando l'immunizzazione generale. Senza contare le difficoltà di reperire le dosi necessarie. C'è da dire che se in Lombardia ci sono 27 strutture di questo tipo (nella sola Milano 13) e nel Lazio una ventina, in Calabria ce n'è una sola, a Catanzaro. Dunque, su questo punto c'è molto da fare. Figliuolo, poi, ha anche visto il commissario uscente, Domenico Arcuri, per il passaggio di consegne e per uno scambio di informazioni.

Per poter uniformare la campagna vaccinale in tutta Italia si sta valutando la possibilità di sperimentare una vaccinazione reattiva, un po' come si propone di fare la Lombardia, che è, però, ancora indietro con le somministrazioni. Questo vorrebbe dire consegnare fiale di vaccino e convertire Drive in, a seconda della diffusione del contagio, in modo da intervenire con un impatto maggiore e far sì che non vadano sprecate le dosi, come sta accadendo un po' ovunque.

I numeri

Resteranno attivi i numeri dell'operazione Igea, che, oltre ai 200 Dtd, continuerà a impiegare 457 medici e 798 infermieri delle Forze armate in concorso al Servizio Sanitario Nazionale. Al momento sono attivi 148 Drive in, con l'impiego di 360 sanitari (106 Medici, 254 Infermieri e 1 Infermiere Volontario Cri). E altri verranno avviati a giorni. La Difesa ha inoltre messo a disposizione 10 laboratori stanziali. Di questi 5 dell'Esercito nelle città di Roma, Milano, Padova, Cagliari e Messina; 4 della Marina militare a Taranto, Ancona, Augusta e La Spezia; 1 dell'Aeronautica militare a Milano; 2 laboratori sanitari mobili dell'Esercito operativi nelle città di Caserta e Cosenza. Per un totale di circa 1700 militari sul campo. Si sta anche valutando di assumere i 3 mila medici e i 12 mila infermieri che avevano risposto all'avviso pubblico istituto dall'ex commissario.
Se gli step verranno tutti rispettati e i vaccini verranno forniti puntualmente, da aprile l'Italia potrebbe arrivare a effettuare 4.000.000 di vaccinazioni a settimana con 600.000 somministrazioni al giorno contro le 120.000 degli ultimi giorni di febbraio. Da aprile infatti ai tre vaccini attuali si affiancherà quello di Janssen (Johnson&Johnson), tra l'altro infialato in Italia, e poi quelli di Curavac e Novavax. Fino a questo momento l'Italia ha ricevuto 6,3 milioni di dosi, ne sono state usate, per ora, circa 4,2 milioni.


Le Regioni

Alcune Regioni stanno andando molto bene come per esempio Lazio, Campania e Piemonte, altre sono indietro come Liguria, Umbria, Sardegna e Calabria che grosso modo hanno utilizzato solo il 60% delle dosi disponibili. In pratica entro il mese in corso - se non ci saranno intoppi nelle forniture - dovrebbero essere vaccinati fra i 12 e i 13 milioni di italiani. Marzo insomma sarà il mese delle prove generali per la vaccinazione di massa che dovrebbe scattare da aprile, ovvero da quando la disponibilità del prezioso siero sarà molto più alta.
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA