Vaccino, come funziona. Il piano delle vaccinazioni e i dubbi degli scienziati: prima i giovani o gli anziani?

Vaccino, come funziona. Il piano delle vaccinazioni e i dubbi degli scienziati: prima i giovani o gli anziani?
di Mauro Evangelisti
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Domenica 15 Novembre 2020, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 15:20

La buona notizia arriva dallo Spallanzani: il genoma del coronavirus è stabile, questo renderà più semplice lo sviluppo dei vaccini. I dubbi interessano la lista delle categorie di persone con cui partire per la somministrazione: gli anziani o i giovani? A questa domanda sta rispondendo il gruppo di lavoro del Ministero della Salute, ma c'è un altro versante delicato per l'operazione vaccinazione anti Covid degli italiani: la logistica. Nel cuore dell'Italia il piano per la distribuzione delle dosi si svilupperà dal centro cargo dell'aeroporto di Fiumicino, dove c'è la possibilità di conservare il materiale farmaceutico anche a basse temperatura. L'area, come tutte quelle destinate allo stoccaggio di milioni di dosi di vaccino, sarà ad alta sorveglianza, con l'utilizzo anche dell'Esercito.

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STRATEGIA
Da qui, i vaccini dovranno essere trasportati, con mezzi pesanti speciali (soprattutto se si punterà su quello di Pfizer, che deve essere conservato a una temperatura inferiore a meno 70 gradi centigradi), nei magazzini la cui localizzazione, sempre per ragioni di sicurezza, sarà tenuta segreta.

Infine, per la vaccinazione vera e propria, quanto meno secondo gli esperti della Regione Lazio che stanno già studiando una declinazione locale del piano nazionale, si potrà puntare su una rete già esistente: quella dei drive in dove oggi vengono eseguiti i tamponi. Una soluzione alternativa potrebbe essere offerta del coinvolgimento delle farmacie, come ipotizzato dal professor Ranieri Guerra (Oms). Comunque sia, che si tratti del vaccino di Pfizer-BioNTech (dunque con necessità di temperature bassissime), che si tratti di quello di AstraZeneca-Irbm-Oxford (meno problematico dal punto di vista della conservazione e su cui l'Italia ha una opzione più consistente dal punto numerico), che si tratti di entrambi, la macchina dell'organizzazione sta partendo, sia pure in ritardo rispetto ad altri Paesi europei.


NUMERI
Pfizer garantirà nei primi mesi del 2021 almeno 27 milioni di dosi (ma serve una doppia somministrazione), AstraZeneca 70milioni, si tratta di una operazione molto complessa, sulla quale ci saranno forti aspettative, perché avrai le spinte del sistema economico che spera di ripartire e dei cittadini sempre più preoccupati dall'incremento del numero dei morti per Covid-19. Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e uomo della Protezione civile, da tempo va ripetendo che, al di là del ruolo di Domenico Arcuri per la logistica, per realizzare l'operazione in tempi rapidi serve il coinvolgimento dell'Esercito e l'altro giorno ne ha parlato anche con il premier Giuseppe Conte.
Oltre al rebus della logistica e della sicurezza, c'è il nodo sanitario. E su questo ieri il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, che guida un gruppo di esperti che devono preparare le linee guida, ieri mattina nel corso della conferenza stampa ha spiegato: «È pronta la bozza del piano. Si sta perfezionando anche con una riflessione con le regioni, ma nei prossimi giorni il ministro ne darà conoscenza». A ricevere subito le dosi dovrebbero essere un milione e 700mila cittadini, che saranno scelti in base ad una serie di categorie individuate in funzione della loro «fragilità e potenziale esposizione al virus».


SCELTE
Ci sono due scuole di pensiero. C'è chi propone, ed è per ora la linea prevalente, di privilegiare gli operatori sanitari, le forze dell'ordine, gli anziani, i malati cronici. All'opposto, c'è chi suggerisce una strategia differente: invece degli anziani, bisogna partire dai giovani, dalla fascia di età tra i 16 e i 30 anni, perché sono coloro che, con il loro stile di vita e una tendenza a una maggiore socializzazione, sono coloro che maggiormente hanno un ruolo nella diffusione del virus, come si è dimostrato ad esempio questa estate. Inoltre, visto che comunque, per quanto validati dalla sperimentazione e autorizzato dagli enti regolatori, ci troveremo ad avere a che fare con uno o più vaccini nuovi, sviluppati in tempi molto rapidi, somministrarlo subito ai più fragili potrebbe rivelarsi poco saggio.

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