Vaccino Covid ai bambini, sì o no? Ci sono dubbi sull’efficacia

Vaccino Covid ai bambini, sì o no? Ci sono dubbi sull efficacia
Vaccino Covid ai bambini, sì o no? Ci sono dubbi sull’efficacia
di Graziella Melina
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Giovedì 26 Novembre 2020, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 11:43

Il vaccino contro il Covid sarà presto dato anche ai bambini. Non è ancora chiaro quando sarà possibile iniziare la profilassi per la popolazione adulta ma già tra gli scienziati c’è chi guarda avanti e prova ad azzardare una possibile data per la somministrazione ai più piccoli. Antonella Viola, direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Pediatrica-Città della Speranza di Padova, punta sulla primavera: «Gli studi - dice - inizieranno probabilmente verso aprile 2021, con la sperimentazione nei bambini». Un sguardo in avanti che però è legato agli sviluppi non ancora conclusi della sperimentazione del vaccino sugli adulti. 


«Non c’è nulla di certo - ammette Viola - ma chi lavora nel campo considera che la primavera sia un tempo probabile.

Se i vaccini per gli adulti saranno approvati a fine dicembre, i tempi per iniziare la sperimentazione sui bambini di tutte le età portano alla primavera». 

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C’è però chi preferisce andarci piano. «In questa fase sarei cauto - precisa Carlo Federico Perno, direttore di Microbiologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma - Noi stiamo lavorando a vista, con vaccini di cui non sappiamo in fondo la piena efficacia, non sappiamo quando cominceranno le vaccinazioni, lavoriamo su un virus di cui conosciamo ancora molto poco. Innanzitutto dobbiamo avere contezza della reale efficacia del vaccino negli adulti». Le procedure per la somministrazione ai bambini sono decise poi di volta in volta. «Di prassi, le vaccinazioni nei bambini seguono percorsi diversi da quelli degli adulti - spiega Perno - ci potrebbe essere prima la sperimentazione dei bambini e poi la somministrazione potrebbe essere fatta più avanti. Vista la straordinaria efficacia dell’eventuale vaccino, la sostanziale atossicità e le necessità di controllare al più presto con un effetto di immunità di gregge la circolazione del virus, le autorità regolatorie potrebbero anche decidere di vaccinare direttamente i bambini alla luce dei dati di assoluta sicurezza che si hanno negli adulti». I bimbi vanno comunque protetti, si ammalano di meno ma possono veicolare il Sars Cov 2. 

«Di per sé - afferma Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) - il virus ha colpito l’età pediatrica meno e in maniera meno grave rispetto agli adulti». Dall’inizio dell’epidemia, come riporta la Sip, sono stati 43.841 (pari al 3,6% del totale) i casi diagnosticati nella fascia di età da 0-9 anni e 105.378 quelli diagnosticati nella fascia 10-19 (8,6%). Tra i bambini più piccoli (da 0-1 anno) gli asintomatici sono più di 6 su 10 (64,3% dei casi), più di 3 su 10 (32%) i paucisintomatici o con sintomi lievi, solo il 3,4 % manifesta sintomi severi. Nella fascia di età tra i 2 e i 19 anni gli asintomatici sono più di 7 su 10. Marginali i sintomi severi in questa fascia di età (tra 0,3% e lo 0,4%).

Sono stati 8 i decessi registrati da 0 a 19 anni dall’inizio dell’epidemia. «I bambini vengono inseriti in sperimentazioni dopo gli adulti per tutta una serie di ragioni correlate soprattutto con la sicurezza in qualsivoglia farmaco - spiega Elio Castagnola, direttore di malattie infettive dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova - In linea teorica, si potrebbero vaccinare in maniera assolutamente generale i bambini a qualunque età. Se vogliamo ragionare in termini di sicurezza, si potrebbe senz’altro aspettare la produzione dei vaccini che ancora sono indietro come sperimentazione e che conosciamo molto meglio, piuttosto che quelli innovativi che sono più avanti negli studi e usano un vettore virale. In ogni caso - rimarca Castagnola - se devo interrompere una catena di trasmissione del contagio, è necessario vaccinare anche i piccolissimi. Ma occorre aspettare dati di sicurezza ed efficacia che ad oggi però non abbiamo».
 

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