Vaccino ai bambini sotto i 5 anni: quando arriva in Italia, i Paesi che hanno già iniziato e perché è considerato sicuro

Nei Paesi in cui è già in uso non si registrano nei bambini conseguenze che sconsigliano l’introduzione in Europa e nelle altre parti del mondo

Vaccino ai bambini sotto i 5 anni presto in Italia, ecco i Paesi dove sono già partiti e perché è considerato sicuro
Vaccino ai bambini sotto i 5 anni presto in Italia, ecco i Paesi dove sono già partiti e perché è considerato sicuro
di Mario Ajello
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Venerdì 17 Dicembre 2021, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 23:48

Gli Stati Uniti stanno per cominciare le vaccinazioni anti Covid ai bambini sotto i 5 anni. Israele è in scia. L’Italia, come ha annunciato il sottosegretario Costa, tra marzo e aprile potrebbe dare il via al siero per  questa fascia d’età «se ci saranno le evidenze scientifiche, e così avremo uno strumento in più nella lotta al virus». Che attacca anche i più piccoli e in maniera pericolosa. I virologi tendono ad escludere sulla base degli studi in corso che questa vaccinazione under 5 crei problemi. Infatti nei Paesi in cui è già in uso non si registrano nei bambini conseguenze che sconsigliano l’introduzione in Europa e nelle altre parti del mondo. 

Vaccino sotto i 5 anni, dove sono già partiti

In Cina è già stato autorizzato a giugno il vaccino Sinovac tra i 3 e 17 anni.

E l’immunizzazione anche per i più piccoli procede. Idem a Cuba. A settembre ha iniziato a somministrare i suoi vaccini Abdala e Soberana (che non sono approvati a livello internazionale) ai soggetti  dai 2 ai 18 anni. Anche il governo venezuelano sta vaccinando i bambini dai 2 con il siero cubano Soberana. All’inizio di agosto gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato a somministrare l’altro vaccino cinese, Sinopharm, ai bambini dai 3 ai 17 anni. 

Ecco perché è sicuro

Quanto all’Italia, a marzo-aprile sapremo se ci sarà un vaccino per i più piccini. I virologi sono orientati a credere che sarà un vaccino sicuro, e la posizione deriva dalle conferme che arrivano dagli Stati Uniti. C’è un report che non lascia dubbi ed è quello proveniente dal meeting dell'Advisory Committee on Immunization Practices (Acip) dei Cdc americani. I casi di miocardite registrati nei più piccoli sono estremamente rari, ossia 8 su 7.141.428 milioni di dosi somministrate. In aggiunta, non emergono effetti collaterali diversi da quelli riscontrati nelle sperimentazioni cliniche. Sono evidenze che spingono ad avere fiducia sulla validità dei vaccini per gli under  5. Nei bambini, come riferito dal rapporto, possono emergere sintomi lievi (febbricola, mal di testa, nausea) dopo la vaccinazione. Si tratta di malesseri che generalmente avvengono il giorno stesso della somministrazione e più spesso dopo la seconda dose. Mentre le temute miocarditi che stanno interessando, in misura comunque minima, la fascia di età tra i 12 e i 17 (1-5 casi ogni 100.000 persone) non sembrano essere comparse nei bambini più piccoli.

 

Gli studi clinici

Gli studi clinici sui vaccini effettuati sulla popolazione tra i 5 e gli 11 anni hanno dato esiti positivi sia per quanto riguarda la sicurezza sia per l’immunogenicità (la capacità del vaccino di indurre un’adeguata risposta immunitaria): i dati preliminari mostrano infatti che il vaccino Pfizer è efficace al 90,7% tra i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. In questa popolazione si somministra un terzo della dose somministrata negli adulti (10 microgrammi anziché 30 microgrammi) che risulta essere ben tollerato. Lo stesso discorso - pericolosità praticamente inesistente - viene esteso dagli specialisti ai vaccini destinati agli under 5. 

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Palù: dati entro Pasqua. Sileri: vaccinerei mio figlio senza pensarci

Osserva Giorgio Palù, presidente dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa): «Le due aziende principali, Pfizer e Moderna, stanno facendo la sperimentazione nei più piccini, della fascia 0-5 anni, ed è verosimile avere i primi dati entro Pasqua». Spiega il sottosegretario Sileri, che è medico: «Sappiamo che ogni 10 mila bambini contagiati, 65 vanno in ospedale e purtroppo uno di loro muore. Io non ci penserei due volte a vaccinare mio figlio sapendo che c'e' una possibilità su 10 mila che mio figlio possa morire di Covid. Dall'altra parte tu hai il vaccino il cui rischio è estremamente più basso. Oltre alla morte e alla guarigione, in mezzo c'è il long covid che secondo alcuni studi puo' riguardare il 10-12% dei bambini». 

L’Italia insomma sta per affrontare la vaccinazione anche per i più piccini ma si aspetta ancora di vedere i dati con molta attenzione, e di verificare come ci si muove all’estero, prima di intraprendere questo passo importante su cui ovviamente le famiglie esigono la massima sicurezza.

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