Vacanze all’estero, ipotesi quarantena per i rientri da Spagna, Croazia, Grecia e Malta

Ferie all’estero, ipotesi quarantena per i rientri da Spagna, Croazia, Grecia e Malta
Ferie all’estero, ipotesi quarantena per i rientri da Spagna, Croazia, Grecia e Malta
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 11:52

Lazio, Emilia-Romagna e Campania, in forme diverse, partono con i tamponi per chi torna dell’estero. La Puglia obbliga a due settimane di quarantena chi arriva da Grecia, Malta e Spagna. Il governo? Ancora studia sui test, sta preparando una circolare, ma valuta anche la quarantena. Ricordiamolo: per chi proviene da Romania e Bulgaria l’obbligo dell’isolamento per 14 giorni è stato prorogato fino al 7 settembre. La Croazia, come Romania e Bulgaria, è Unione europea ma non è nell’area Schengen, ed è sotto osservazione da parte del Ministero della Salute alla luce dei numerosi giovani italiani che stanno tornando positivi dopo le vacanze. Per quel Paese, però, già l’Emilia-Romagna ha deciso la quarantena («per quanto riguarda i rientri dalla Croazia, vale quanto stabilito dall’ordinanza 144 per i Paesi extra Schengen: autoisolamento di 14 giorni»).


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Il Ministero della Salute sta osservando con attenzione anche l’evoluzione dell’epidemia in Grecia (oltre 200 casi, si parla di seconda ondata), Spagna e Malta. Sono Paesi dell’area Schengen, il ricorso alla quarantena è in via di valutazione perché è l’arma più efficace, ma ha controindicazioni: tensioni diplomatiche e difficoltà di verificare il reale rispetto dell’isolamento domiciliare a migliaia di italiani che torneranno dalle ferie. In parallelo sta per uscire una circolare del Ministero, firmata dal professor Gianni Rezza, che deve mettere ordine sui tamponi rapidi in aeroporto, nei porti e alle frontiere a cui sottoporre chi torna da aree ad alta circolazione del virus. Su questo si sta creando una buona dose di confusione e, come già successo in passato, le regioni stanno andando più veloci del Ministero.

 

Confusione


Detta in breve: il governo sta studiando, alcune regioni (Lazio, Campania ed Emilia-Romagna) sono già partite. La Puglia preferisce imporre la quarantena ai vacanzieri. Nell’ordine: la Regione Lazio ha detto che userà i tamponi rapidi per svolgere controlli su chi rientra da Paesi come la Spagna. Secondo l’assessore Alessio D’Amato già si comincerà a ridosso di Ferragosto; il presidente del Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha chiesto al governo di estendere questa linea su scala nazionale; il ministro della Salute, Roberto Speranza, aspetta che il Comitato tecnico scientifico precisi quali tamponi rapidi sono utilizzabili.

Il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani: «Ancora non abbiamo uno strumento sicuramente efficace per lo screening rapido per la Covid. I test rapidi sono entrati nella pratica, possono essere fatti in tempi estremamente brevi. Non sono l’optimum, dipendono dal momento in cui si ha l’infezione. Ma dobbiamo usare tutti gli strumenti».

Secondo il professor Walter Ricciardi, consigliere di Speranza, «non esiste una formula che vada bene per tutto, serve una strategia articolata per intercettare i casi di ritorno dall’estero, che può prevedere sia tamponi, sia quarantene. Va tarata sulle singole Nazioni ma anche sulle singole regioni, la Spagna non è tutta uguale». È una fase di attesa, anche se il rientro dalle vacanze continua a causare nuovi casi positivi, soprattutto, da Grecia e Croazia. Speranza ha parlato anche di «test sierologici», cosa differente dal tampone rapido: quest’ultimo, con meno precisione di quello molecolare ma con più velocità, dice se siamo positivi in quel momento; il sierologico se abbiamo sviluppato gli anticorpi e dunque siamo venuti a contatto con il virus.

Scuote la testa il professor Andrea Crisanti, dell’Università di Padova: «Su persone che sono state in vacanza una settimana in Croazia o in Grecia il sierologico è totalmente inutile: in così poco tempo è improbabile che il soggetto abbia già gli anticorpi. L’unica strada è il tampone tradizionale, perché il rapido, anche se dà una risposta in 15 minuti, se eseguito in aeroporto su 1.000 persone, richiede moltissimo tempo. Ha senso la scelta dell’Emilia-Romagna».

Qui si arriva all’ordinanza firmata dal governatore Stefano Bonaccini, sempre per la serie delle regioni che accelerano rispetto al Governo: da oggi chi torna da Spagna, Grecia e Malta deve comunicarlo alla Asl e fare il tampone molecolare. Dunque, l’operazione non sarà eseguita in aeroporto. Per chi torna dalla Croazia, quarantena.

Simile la linea del governatore De Luca in Campania: «Chi torna dall’estero deve comunicarlo all’Asl e dovrà fare il test». In serata ordinanza del governatore della Sicilia Nello Musumeci: controlli sanitari per chi rientra da Grecia, Malta e Spagna. E in Puglia il governatore Emiliano dice: «Quarantena a chi torna da Grecia, Malta e Spagna». Siamo a metà agosto ma una strategia chiara e valida in tutta Italia per contrastare i casi di rientro non c’è.

 
 
 

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