Tumore al seno, un test del dna svela i pazienti sui cui la chemioterapia può funzionare

Lo rivela l'aggiornamento di TAILORx, il più ampio studio sul carcinoma mammario, presentato al San Antonio Breast Cancer Symposium.

Tumore seno, un test del dna svela i pazienti sui cui la chemioterapia funziona
Tumore seno, un test del dna svela i pazienti sui cui la chemioterapia funziona
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Giovedì 15 Dicembre 2022, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 13:07

Tumore seno, un test genomico chiamato Oncotype, disponibile ma ancora poco usato in Italia, permette sempre più di personalizzare le cure in fase iniziale, infatti è in grado di identificare oltre l'80% delle donne che non avrà un beneficio sostanziale dalla chemioterapia, individuando invece le pazienti a cui la chemioterapia può salvare la vita. È quanto ha evidenziato l'aggiornamento di TAILORx, il più ampio studio sul carcinoma mammario, presentato al San Antonio Breast Cancer Symposium.

Tumore seno, il test del dna

Attualmente Oncotype DX è riconosciuto come standard di cura e il suo utilizzo è incluso in tutte le più importanti linee guida internazionali sul tumore del seno, spiega Giuseppe Curigliano, dell'Università di Milano e Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Il test esamina l'attività di 21 geni su un campione di tessuto tumorale. «Tramite la valutazione - spiega - possiamo stabilire sia la probabilità di recidiva, sia la risposta alla chemio, un trattamento ancora molto temuto dalla maggioranza delle pazienti». I test sono un ausilio cruciale per limitare l'uso della chemio solo a chi ne trarrà un beneficio clinico.

Il deterioramento cognitivo

In questo modo si limiteranno anche effetti indesiderati come il deterioramento cognitivo o i più noti come l'alopecia e la menopausa. «Il deterioramento cognitivo è un effetto abbastanza diffuso ma meno noto - sottolinea Francesco Cognetti, Presidente della Confederazione Oncologi, Cardiologi, Ematologi e professore di Oncologia all'Università UniCamillus di Roma -. Si calcola che possa interessare fino al 60% delle donne in trattamento chemioterapico per un tumore della mammella. I deficit cognitivi sono un problema da non sottovalutare perché possono peggiorare, in modo significativo, la qualità di vita». «Il nostro Paese è arrivato in ritardo all'utilizzo dei test - sottolineano Curigliano e Cognetti - . Sebbene da diversi mesi disponibili gratuitamente per tutte le pazienti italiane, registriamo ancora uno scarso uso da parte del personale medico-sanitario. Al momento stiamo utilizzando solo il 50% dei test disponibili, mentre in Italia oltre 10mila donne potrebbero beneficiarne, pari a circa un quinto di tutti i nuovi casi di carcinoma mammario».

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