Israele lo ha fatto ancora: dopo l'ok arrivato a luglio alla somministrazione della terza dose Pfizer, ha anticipato tutti i Paesi sul fronte vaccini. Così mentre il resto d'Europa si interroga sulla possibilità di estendere la terza dose alle diverse fasce di età, in Israele è già tempo di trarre un primo bilancio. E i dati sono incoraggianti: i casi di contagio e di malattia grave sono calati «sostanzialmente» con la terza dose Pfizer. Lo sottolinea uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, sulla base dei dati del ministero della salute israeliano. Il tasso di infezione, rileva, almeno 12 giorni dopo il "booster", è inferiore di 11,3 volte rispetto alle due dosi mentre il tasso di malattia grave è inferiore di 19,5 volte. Lo studio è stato condotto dal 30 luglio al 31 agosto su 1,13 milioni di over 60 che avevano completato l'immunizzazione 5 mesi prima, divisi in due gruppi: quelli cui è stato somministrata la terza dose e quelli che ne hanno ricevute due.
Covid, la situazione in Israele
Numeri che faranno certamente piacere al governo e a tutta la popolazione, alle prese con un'altra emergenza, fatta soprattutto da coloro che non sono ancora stati vaccinati.