Covid, Ricciardi: «La seconda ondata? Mai finita la prima. No al lockdown e ipotesi test rapidi a scuola

Covid, Ricciardi: «La seconda ondata? Mai finita la prima. No al lockdown e ipotesi test rapidi a scuola
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Martedì 29 Settembre 2020, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 07:19

Sul Covid Walter Ricciardi, membro dell'esecutivo dell'Oms e consulente del ministero della Salute, non ha dubbi. «E' sempre la prima. Non c'è una seconda ondata perché l'azzeramento dei casi non è avvenuto e quindi ora, come abbiamo previsto, riparte». Lo ha spiegato a Buongiorno su Sky TG24. «In realtà - ha aggiunto - non è mai finita la prima, quello che abbiamo fatto è appiattire la curva epidemica ma non è mai stata azzerata. Quando ci sono state condizioni favorevoli, ovvero i comportamenti estivi, uniti ai primi freddi, la curva ha ripreso. La possiamo chiamare seconda perché corrisponde alla nuova stagione, ma la pandemia è sempre la stessa che in altre parti del mondo colpisce in maniera fortissima». Quanto alla capacità del sistema di gestire i casi gravi, ha specificato, «i posti in terapia intensiva sono raddoppiati e sono oltre 10.000. Il problema sono le terapie subintensive e il rafforzamento di pronto soccorso con percorsi separati. Su questo il Paese è a macchia di leopardo e quando ci sarà la pressione dell'influenza le persone arriveranno in un unico flusso».

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Nel frattempo, aumentano i casi di Campania e Lazio «ma i numeri sono ancora controllabili, anche se queste regioni hanno visto aumentare i casi di oltre il 100%. Non siamo ancora alla dimensione del lockdown, ma servono misure stringenti. Il lockdown comunque va fatto a misura del focolaio epidemico», ha chiarito Ricciardi, specificando che si tratta «dell'ultima strada», da applicare per spegnere i focolai. «I test rapidi sono migliorati notevolmente e, in circostanze come negli aeroporti e nelle scuole, in cui bisogna fare analisi su una grande massa di persone, sono un'opzione molto seria perché sono migliorati», ha poi detto in merito all'introduzione di test rapidi a scuola. I test rapidi, ha precisato «non danno sicurezza al cento per cento, ma consentono di identificare super diffusori e sono uno strumento importante. Abbiamo iniziato, per primi, ad applicarli negli aeroporti e stiamo pensando di utilizzarli sicuramente in altri ambienti come le scuole». Sul quando, però, ha concluso Ricciardi, «è una decisione del ministro».

 

 

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