Quarta dose e vaccini aggiornati, cosa cambia? Si potranno fare entrambi? La guida al nuovo booster

Come è indicato nella circolare del ministero della Salute, la platea dei soggetti da proteggere è ben definita

Quarta dose e vaccini aggiornati, cosa cambia? Si potranno fare entrambi? La guida la nuovo booster
Quarta dose e vaccini aggiornati, cosa cambia? Si potranno fare entrambi? La guida la nuovo booster
di Graziella Melina
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Martedì 12 Luglio 2022, 17:02 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 15:24

La quarta dose di vaccino, raccomandata ora anche dai 60 ai 79 anni, oltre che ai soggetti fragili dai 12 anni in su, deve essere somministrata al più presto per evitare che l’ondata estiva di omicron provochi un aumento del numero di ricoveri. Come è indicato nella circolare del ministero della Salute, la platea dei soggetti da proteggere è ben definita. «La quarta dose - spiega Claudio Mastroianni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) - dovrebbero farla tutti gli over 60, insistendo soprattutto sui soggetti fragili che già si sarebbero dovuti vaccinare qualche mese fa. Bisogna assolutamente insistere con questa popolazione».

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Verso vaccinazioni annuali

Solo così sarà possibile evitare il peggio per le categorie a rischio in caso di positività. «Anche se si tratta di un vaccino non aggiornato - sottolinea Mastroianni - dà una protezione contro la malattia severa e in parte anche contro quella lieve.

Questo non controindica che a novembre, quando ci saranno i vaccini aggiornati, possa essere fatta la quinta dose. Sicuramente, l’obiettivo è di puntare a vaccinazioni annuali, anche in coincidenza con l’influenza. Sarebbe l’ideale».

I nuovi vaccini

Per la prossima campagna anticovid, dovrebbero arrivare intanto i nuovi vaccini. «Sicuramente chi fa la quarta dose adesso, potrà ricevere anche la inoculazione con i vaccini nuovi - rimarca Roberto Giacomelli, direttore di Immunologia clinica e reumatologia del Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma - Il problema è che allo stato attuale non si sa quando avremo la disponibilità dei vaccini aggiornati. Non dimentichiamo che intanto la quarta dose protegge dalla malattia grave il 90 per cento delle persone, anche se oggi abbiamo un ceppo di virus che è molto diverso da quello originario di Wuhan, che è stato il capostipite. Per adesso, sicuramente le mutazioni della proteina spike sono tali da abbassare in parte l’efficacia dei vaccini che stiamo usando, ma di non eliminarla del tutto. Tanto è vero che la quarta dose protegge dall’evento grave, ossia la morte, proprio perché comunque riaggiorna la produzione di anticorpi specifici».

 

Covid e influenza

I vaccini aggiornati potrebbero quindi coprire anche dalle nuove varianti. «Un nuovo vaccino - spiega Giacomelli - conterrà delle sequenze diverse da quello che stiamo utilizzando oggi. È una sorta di restyling del vaccino vecchio, è quindi a metà strada tra un booster e un primo vaccino. Nulla osta, però, che si possa fare dopo aver ricevuto la quarta dose. Di fatto, sarà un vaccino con delle caratteristiche di protezione nuove». Per evitare di doversi sottoporre a più inoculazioni, il nuovo vaccino dovrebbe proteggere anche dall’influenza.

«I soggetti fragili - rimarca Giacomelli - lo sono tanto al covid che al virus dell’influenza. Quindi, mettere i vaccini tutti insieme aumenta la protezione dei soggetti fragili in una sola iniezione». Le aziende farmaceutiche stanno puntando sulla produzione di vaccini ricombinanti. «Si chiamano così - spiega l’immunologo - perché non utilizzano il virus attenuato, vale a dire la strategia adoperata in molti vaccini soprattutto cinesi oltre a quello russo: quella tecnologia, usata per 30 anni, consiste nell’utilizzare come stimolatore del sistema immunitario il virus che provoca la malattia, ma attenuato e ucciso, per prendere il ‘calco’. Però - avverte Giacomelli - i vaccini a virus attenuato, nei soggetti fragili, alcune volte possono innescare la malattia. I vaccini ricombinanti, quelli cioè che stiamo utilizzando e quelli che potremo usare nella prossima campagna vaccinale, sono invece a rna e quindi non potranno mai indurre la malattia».

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