Genitori positivi e figli negativi: ecco come gestire l'isolamento domiciliare (e l'allattamento dei neonati)

Si può dormire nella stessa stanza? Si può cenare insieme? Ecco le linee guida per gestire l'isolamento con i figli piccoli a casa

Genitori positivi e bambini (piccoli) negativi: come gestire l'isolamento domiciliare
Genitori positivi e bambini (piccoli) negativi: come gestire l'isolamento domiciliare
di Angela Orecchio
7 Minuti di Lettura
Martedì 28 Dicembre 2021, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 09:00

Ci avevamo sperato che per questo anno una volta chiusa la porta di casa il Covid sarebbe potuto rimanere fuori. Ma non è così. Omicron riaccende la fiamma della paura e fa salire i contagi. Solo oggi sono 30.810 i casi positivi accertati e tra loro sono tantissimi i genitori che devono stare in isolamento domiciliare con i bambini a casa. Ma cosa fare se entrambi i genitori, o l'adulto di riferimento, hanno contratto il virus e i bambini piccoli sono negativi? Come ci si può prendere cura dei figli mantenendo le norme di sicurezza con tanto di distanziamenti?

Covid, come proteggersi dal virus

Sulla trasmissibilità del Coronavirus sappiamo molto. Siamo a conoscenza che si trasmette attraverso piccole (o grandi) goccioline di saliva che vengono emesse stranutendo o tossendo, ma anche semplicemente parlando e queste rimanendo nell'aria diffondono il contagio. Sicuramente l'areazione frequente (circa ogni 10 minuti) degli spazi in cui coesistono più persone è una tecnica per ridurre la carica virale che circola nella stanza. Poi la distanza, almeno un metro, ma meglio se due, l'igenizzazione frequente delle mani, l'uso di mascherine (che ora torna obbligatorio anche all'aperto e meglio se Ffp2 che contiene anche la diffusione dagli altri verso noi a differenza delle chirurgiche), la pulizia costante delle superfici degli ambienti comuni.

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Mascherine, le regole per il corretto uso

Per quanto riguarda le mascherine esistono una serie di regole di utilizzo da seguire: devono essere cambiate almeno una volta al giorno, aderire bene al viso, vanno toccate solo dagli elastici e non devono essere mai riposte in tasca o simili, ma in un apposita bustina.

Inoltre vanno tolte e messe solamente dopo aver igenizzato bene le mani. 

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Quarantena e isolamento, le differenze

Se nonostante tutti gli accorgimenti abbiamo però contratto il virus o siamo venuti a contatto con una persona positiva scattano quarantena o l'isolamento. La quarantena viene attivata quando si entra a contatto con un caso sospetto o confermato e ha l'obiettivo di arginare la diffusione potenziale del Covid e di tenere sotto controllo i sintomi della persona sottoposta a quarentena. L'isolamento invece viene attivato se la persona ha contratto il virus e ha quindi l'esito di un tampone positivo con o senza sintomi. 

Isolamento e figli piccoli, come fare

Ormai come "proteggerci" dall'esterno lo sappiamo ma diventa più difficile quando dobbiamo invece difenderci dalle persone che vivono nella noistra stessa casa. Sicuramente il punto da cui partire è che la persona positiva, sia che sia un adulto che un bambino, non deve uscire di casa tranne che per eseguire i tamponi o recarsi in ospedale qualora fosse necessario per l'aggravarsi del suo stato di salute. Nessuno a parte i conviventi devono entrare nella casa della persona positiva, eccezione fatta ovviamente per il personale attrezzato per l’assistenza. Sia che la persona sia in isolamento che in quarantena resta necessario che questa si separi dal resto dei componenti della famiglia, ma questo non sempre è possibile. Per chi ha i figli troppo piccoli e non autosufficienti ad esempio questa è una misura inattuabile, allora come comportarsi? Intanto parliamo dei neonati e diamo una buona notizia alle mamme: si può allattare anche con il Covid.

Mamma positiva e allattamento

Sono  il Ministero della Salute e l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù che rispondono alle domande delle mamme tranquillizzandole. 

«Al momento attuale, considerando i dati disponibili, il latte non sembra rappresentare un rischio per la trasmissione di tale infezione. Il problema si può presentare, quindi, non tanto per l'assunzione del latte, quanto per la vicinanza, il contatto, tra una mamma infetta o potenzialmente infetta ed il proprio bambino. Come dimostrato, infatti, il virus SARS-CoV-2 si trasmette principalmente da persona a persona tramite contatto stretto (entro 1 metro) attraverso le goccioline delle vie respiratorie, soprattutto quando un individuo infetto starnutisce o tossisce».  Ecco quindi che arrivano le linee guida comportamentali che si leggono sul sito del Bambino Gesù: «Pertanto è importante: Se mamma è positiva al Covid-19 o in attesa della risposta del tampone ma non presenta sintomi o i sintomi sono poco rilevanti, deve evitare di baciare il proprio piccolo, deve usare la mascherina e lavarsi accuratamente le mani (con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con una soluzione alcolica) quando si avvicina al bambino. Se la culla del neonato è nella stessa camera della madre (sia in ospedale che a casa) va posizionata di due metri dal letto della mamma. Le superfici con cui la mamma viene a contatto vanno regolarmente pulite e disinfettate con alcool o prodotti a base di cloro (candeggina). È importante che la mamma prima di allattare: Indossi la mascherina quando allatta o è in intimo contatto col neonato; Lavi accuratamente le mani». Qualora però la donna presentasse una malattia respiratoria grave «in attesa della risposta del tampone, la mamma ed il bambino vengono temporaneamente separati. Se il tampone è negativo la mamma ed il bambino possono tornare a stare nella stessa stanza, se invece è positivo rimangono in stanze separate». Ma il latte materno resta un bene prezioso e fondamentale per il neonato. «In questi casi, il latte materno andrà comunque offerto "fresco", dopo averlo estratto, manualmente o con l'utilizzo di un tiralatte e senza doverlo pastorizzare (esposizione del latte crudo ad alta temperatura per un breve periodo di tempo per eliminare i microrganismi patogeni) perché, come già detto, non sembra rappresentare di per sè un veicolo di infezione. Il latte andrà estratto manualmente o con un tiralatte ogni 3 ore, per mantenere una produzione adeguata per poter ricominciare ad allattare, appena possibile, direttamente al seno». Quindi l'unico caso in cui una mamma deve consultare un medico prima di allattare il proprio figlio al seno è qualora usasse medicinali particolari. «Nel caso in cui la mamma con Covid-19 assuma dei farmaci specifici, l'allattamento al seno va valutato caso per caso. Solo nei casi in cui la malattia sia molto grave, le condizioni generali della madre siano compromesse e non fosse possibile estrarre il latte manualmente o con l'utilizzo di un tiralatte, verrà somministrata una formula lattea». Guanti e mascherina anche per il cambio di pannolino. 

I pasti

Non solo i neonati sono però fonte di preoccupazione, perchè anche la fascia d'età fino ai 6 anni (almeno) richiede l'intervento costante dei genitori. Ci sono momenti della giornata in cui la presenza del tutore resta fondamentale, ecco cosa fare.

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Il momento del pasto ad esempio è di fondamentale importanza. Se è il genitore a dover preparare il pasto è necessario in questo caso che l'adulto si disinfetti spesso le mani, usi i guanti e non tocchi cibi, o stoviglie dopo aver toccato occhi, naso e bocca che sono veicoli di trasmissibilità del virus. È importante evitare di mangiare tutti insieme la persona positiva o in quarantena, deve sempre mangiare separatamente dagli altri componenti della famiglia, preferibilmente in una stanza differente diversamente deve mangiare in un secondo momento. Se il piccolo non è in grado di mangiar da solo l'adulto non dovrà mai togliere la mascherina e usare guanti monouso. La sala da pranzo, o la cucina, vanno sempre areggiate prima e dopo i pasti. I piatti andranno lavati singolarmernte oppure messi in lavastoviglie ad alte temperature. 

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La ninna

Il momento della ninna. Altro orario decisivo per la routine dei più piccini. Molti genitori, chi per motivi di spazio chi per scelta dormono assieme ai figli, ecco questo sarebbe da evitare, ma qualora fosse impossibile è consigliabile tenere la distanza tra i letti di almeno 2 metri. Le lenzuola vanno sempre lavate separatamente. Fondamentale qualora quindi il positivo non si possa isolare totalmente areggiare gli spazi comuni di frequente, usare sempre le mascherine, sanificare sempre superfici e sanitari, usare guanti monouso, mantenere la distanza di sicurezza. Inoltre la raccomandazione dei pediatri è cercare di spiegare sempre tutto ai più piccini per non farli vivere in una situazione di stress ulteriore. 

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