Per i patiti del padel, il divertimento improvvisato, senza allenamento, può costare caro. Da quando il gioco con le racchette senza corde ha preso piede anche in Italia, negli studi degli ortopedici di pazienti infortunati dopo una partitella tra amici ne arrivano parecchi. «Stiamo assistendo sempre più a numerose rotture e lesioni del tendine di Achille, oltre a strappi e lesioni muscolari del polpaccio - spiega l'ortopedico e traumatologo Andrea Grasso, che con Consulcesi Club si occupa di formazione per medici e operatori sanitari - A livello informale di ambulatorio, negli ultimi anni è lo sport in assoluto che porta più pazienti in ambulatorio».
NUMERI DA CAPOGIRO
E il problema non è da sottovalutare, visto il gran numero di appassionati del gioco nato negli anni 70 in Messico: secondo i dati del 2021 dell'Osservatorio sul padel, nel giro di un anno i campi sono infatti aumentati del 155% (da 1.832 a 4.669). «La differenza principale del padel rispetto al tennis sono le rotazioni - spiega Ezio Adriani, direttore di Traumatologia dello sport e Chirurgia del ginocchio del policlinico Gemelli di Roma - Giocando, viene sollecitato molto il ginocchio, tanto è vero che vediamo diverse lesioni del crociato anteriore.
NON SOLO STRETCHING
Per evitare di ritrovarsi acciaccati, bisogna avere una buona preparazione atletica; ma non basta qualche minuto di stretching prima della partita. «Il grande problema è che si tratta di uno sport ad alta velocità rispetto al tennis e spesso viene praticato da chi non ha un adeguato allenamento - ribadisce Fabrizio Cortese, vicepresidente di Otodi (la Società degli ortopedici e traumatologi ospedalieri d'Italia) - Di solito, replicando con il movimento alto della testa, sia della battuta che del diritto, molti giocatori hanno problemi a livello dell'articolazione della spalla, oppure tendiniti a causa dell'uso eccessivo di alcuni muscoli. Stiamo osservando anche numerosi distorsioni di caviglia, dovuti ai rapidi cambi di direzione».
Se però ormai il danno è fatto e ci si ritrova con una distorsione della caviglia, bisogna prima di tutto applicare un impacco freddo. «Ma non per più di 5-10 minuti - avverte Cortese - altrimenti si rischia un'ustione da ghiaccio. Poi, se si riescono a fare 3-4 passi, allora si può aspettare un po' per vedere se la caviglia si sgonfia. Se invece non si riesce proprio a camminare, una radiografia diventa d'obbligo».
RECUPERO ADEGUATO
Cautela anche per il gomito. «Se fa male bisogna fermarsi. Se c'è un trauma va valutato caso per caso; il gomito spesso è causa di tendiniti, quindi di un problema che insorge non in maniera traumatica, ma piano piano e poi va a peggiorare. Il classico errore dello sportivo, in generale - mette in guardia Cortese - è quello di continuare a giocare senza fermarsi per il recupero muscolare. È un comportamento che può portare a una cronicizzazione che poi richiede trattamenti ulteriori. Se il dolore non passa, il consiglio è di rivolgersi a un ortopedico».