Omicron, i sintomi nei bambini: dal mal di testa alla stanchezza gli 11 campanelli d'allarme

Omicron, i sintomi nei bambini: dal mal di testa alla stanchezza gli 11 campanelli d'allarme
Omicron, i sintomi nei bambini: dal mal di testa alla stanchezza gli 11 campanelli d'allarme
di Giampiero Valenza
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Martedì 25 Gennaio 2022, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 08:23

Covid-19 ha molti sintomi uguali a quelli di una qualsiasi influenza. Sono 11 quelli a cui bisogna prestare attenzione, e mai come in questa pandemia è fondamentale ascoltare il proprio corpo. Specie se si è bambini o persone a rischio. I principali sono febbre, tosse, perdita di gusto e olfatto, alterazioni della pelle, mal di gola, sintomi gastrointestinali (come nausea o vomito), brividi, dolori muscolari, stanchezza, mal di testa, congestione nasale

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Se un bimbo ha uno di questi sintomi l'importante è che stia a casa.

Si tratta di una vecchia regola che si è sempre usata anche quando si aveva l'influenza stagionale che vale, a maggior ragione, anche ora.

Anche i più piccoli devono isolarsi dagli altri, mettere una mascherina e sottoporsi a un test tampone per capire se si tratta o meno di un'infezione di Sars Cov-2. Fondamentale è il rapporto con il pediatra di libera scelta, che può indicare cosa fare e il trattamento più adeguato. Specie in casi del genere e in condizioni simili (come quelli di una pandemia) non vale il fai da te, come del resto non funziona la regola "l'ha fatto anche il vicino di casa, lo faccio anche io". Il medico valuta i casi singolarmente sulla base di linee guida e delle novità della ricerca scientifica. 

Lo studio delinea i sintomi principali

Uno studio internazionale pubblicato su Pediatric Pulmonology ha dimostrato come nei bambini le principali caratteristiche cliniche siano sintomi lievi tra cui febbre (64%), tosse (35%) e naso che cola (16%). Nel 15% dei casi, invece, sono asintomatici. Nella stessa percentuale di bambini è stata trovata la Mis-C, la sindrome infiammatoria multisistemica che si manifestava con sintomi sovrapposti, ma distinti dalla malattia di Kawasaki, inclusi sintomi gastrointestinali, la disfunzione sistolica ventricolare sinistra, e marcati biomarcatori infiammatori elevati. Il 12% dei pazienti, compreso il 65% dei casi di Mis-C, aveva bisogno di terapia intensiva a causa dell'ipotensione.

 

Il long Covid, nei bambini, sarebbe comunque più raro rispetto agli adulti e avrebbe una minore durata. Il condizionale è d’obbligo in questo caso perché le ricerche sono in corso e i campioni monitorati sono spesso troppo poco numerosi. Un lavoro sullo European Journal of Pediatrics ha notato come solo lo 0,8% dei bambini positivi a Sars Cov-2 abbia avuto sintomi superiori alle 4 settimane.

La molecola che impedisce il contagio

Ma perché i bambini si ammalano di meno? Gli studiosi dell’Università Federico II di Napoli sono stati in grado di individuare una molecola, la Neuropilina 1, che nel tessuto epiteliale del naso dei bimbi è molto meno espressa. La Neuropilina è in grado di potenziare l’ingresso del virus Sars Cov-2 nelle cellule e, di conseguenza, la sua diffusione. Il lavoro, pubblicato su Frontiers in pediatrics, dà dunque una spiegazione sulla ridotta gravità, a prescindere dalla variante virale.

Secondo un lavoro di Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere, nella settimana tra l’11 e il 18 gennaio sono aumentati del 27,5% i ricoveri dei pazienti pediatrici. Nei 4 ospedali dedicati ai minori e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella il numero dei bambini ricoverati è passato da 120 a 153, di cui 10 in terapia intensiva. Il 34% ha meno di 6 mesi. Complessivamente quasi 2 su 3 dei minori ricoverati (il 61%) ha meno di 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile mentre il 25% ha tra 5 e 11 anni.

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