No vax, Lopalco: «Non solo loro, punire anche i medici: vanno radiati subito»

No vax, Lopalco: «Non solo loro, punire anche i medici»
No vax, Lopalco: «Non solo loro, punire anche i medici»
di Francesco Malfetano
4 Minuti di Lettura
Martedì 31 Agosto 2021, 21:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 17:31

Professor Lopalco, lei è epidemiologo e assessore alla Salute della Regione Puglia, cosa pensa della proposta a cui sta lavorando il suo collega laziale Alessio D’Amato? Al Messaggero ha detto che «I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle Terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri».
«È chiaramente un tema complesso. Faccio una provocazione: dovremmo estendere il ragionamento anche chi cade con il motorino e non indossa il casco? E a chi finisce in ospedale dopo un incidente senza che indossasse la cintura? Parliamo di cittadini che non comprendono il valore della prevenzione e quindi danneggiano se stessi, la comunità e le casse dello stato. Ma credo che prima che di politica si debba parlare di bioetica e di Costituzione».

Sempre ragionando per provocazioni, in alcune regioni viene chiesto il pagamento del soccorso alpino anche in caso di ricovero del soggetto qualora l’incidente sia stato causato da attività sportive estreme. 
«Magari in quei casi si ravvisa una colpa legata all’imprudenza.

Ma attenzione, io non dico che la proposta di D’Amato non sia percorribile o sbagliata in assoluto, ma penso che debba essere valutata con grande attenzione. Anche perché non vorrei che porti più danni che benefici. Ad esempio ulteriori scontri o a tensioni sociali. Dobbiamo chiederci se siamo sicuri che non vi siano alternative meno radicali. E non ritengo ora sia questo il caso perché il fenomeno del rifiuto è minoritario grazie alla partecipazione di gran parte dei cittadini italiani».

No vax e no green pass, stazioni blindate per le manifestazioni di protesta. Pugno duro del Viminale: «Sarà tolleranza zero»

Quindi non è il momento di parlarne perché siamo in un punto dell’emergenza in cui l’incidenza dei no-vax sulla popolazione è relativa.
«Secondo me tutto il tema dell’opposizione alla vaccinazione va ricondotto in un ambito più chiaro. Chiediamoci quant’è grave. Quante persone sono? E soprattutto quali sono le cause di questo loro atteggiamento? Credo che ora servirebbe più che altro colpire duro chi fa propaganda attiva contro i vaccini. Si tratta di una schiera nutrita a cui si sono iscritti anche medici e sanitari. Soprattutto con loro non dobbiamo avere remore, un medico va radiato seduta stante. È impensabile che circolino sul web terapie domiciliari assurde, sono solenni stupidaggini». 

Intaccare i meccanismi di propaganda può essere un inizio. Ma le altre mosse?
«La resistenza al vaccino dipende anche dalla cattiva comprensione del valore della prevenzione. Serve comunicazione. Cerchiamo di ingaggiare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Loro conoscono i pazienti e potrebbero spiegargli ogni cosa, chiarirne i dubbi in virtù del rapporto di fiducia che li lega. Abbiamo un Servizio sanitario nazionale che è un esercito, i no-vax sono pochi. Lanciamo una contro-propaganda in ogni ospedale, negli studi medici, negli ambulatori. Facciamo passare il messaggio che oggi vaccinarsi è fondamentale». 

E poi c’è il Green pass.
«Dal punto di vista degli incentivi il Green pass è fortissimo. Già ha funzionato in estate, ma in inverno chi dovrà andare al cinema o al ristorante dovrà pagarsi un tampone. In più mi piacerebbe che intervenissero i datori di lavoro e lo rendessero obbligatorio per tutti i dipendenti a contatto con il pubblico. Questa è la strada: lavorare sul canale dell’offerta gentile. Poi però c’è bisogno di uno Stato capace di far vedere con forza che per far parte della comunità devi adeguarti alle regole. Ma per ora è sufficiente che la regola sia il Green pass».

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA