Le mascherine sicure hanno la certificazione. I medici: «Evitare prodotti improvvisati»

Le mascherine sicure hanno la certificazione. I medici: «Evitare prodotti improvvisati»
di Giuseppe Scarpa
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 09:12

La nuova corsa all'oro, partita a marzo, è esplosa con l'emergenza mondiale causata dal Coronavirus. Il nuovo business planetario è un elastico che si infila dietro le orecchie, un tessuto grande 33 centimetri per 25 che si mette sopra bocca e naso. In una parola, mascherina. Ma il punto fondamentale è uno: ci sono mascherine e mascherine. Perciò, come nella compravendita del metallo più prezioso, c'è chi gioca sporco. Speculatori e avventurieri si lanciano, cercano di agguantare l'affare della vita. Il trucco è semplice più luccica, più è accattivante e più assomiglia all'originale.

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L'ALLARME
In questo modo nel mercato circola di tutto: dispositivi dai colori sgargianti, con la bandiera italiana impressa, con i loghi delle squadre di calcio, realizzate con i jeans, in cotone o in seta. Solo per fare alcuni esempi. Una condizione che, nel complesso, non è sfuggita all'Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode). L'agenzia già il 20 marzo aveva anticipato l'allarme: «Prevenire l'ingresso di prodotti contraffatti in Europa è fondamentale per proteggere la nostra salute e lottare contro il virus». L'Olaf aveva reso pubbliche sul suo sito le foto di una partita di mascherine bloccate in Belgio, con l'effige (fasulla) che richiama all'eroina Disney dei più piccoli, Frozen. Un marchio accattivante che nasconde un prodotto pericoloso e dimostra solo l'insaziabilità di chi è disposto a far quattrini anche sulla pelle dei bambini.
 


Insomma da strumento necessario a livello planetario per tamponare l'avanzata del Covid-19 a merce ambita con cui fare soldi il passo è stato breve. La crescita esponenziale della domanda ha innescato una spirale spaventosa su presidi sanitari falsi e inefficaci che si è sviluppata lungo due assi: da un lato chi cerca di immettere nel mercato delle repliche artefatte delle uniche mascherine capaci di garantire una reale sicurezza, seppure con livelli diversi: le chirurgiche, le Ffp2 e le Ffp3. Dall'altro, invece, si è cercato di nobilitare il valore di semplici pezzi di stoffa con un elastico da mettere dietro l'orecchio. Insomma come se si volesse bloccare l'ingresso del Covid-19 in casa abbassando una zanzariera. Perciò diverse aziende di prodotti medici hanno lanciato l'allarme: «non danno nessuna garanzia di protezione, per la grandezza della trama del tessuto che non sempre ha il potere filtrante richiesto».
Al pari della battaglia al Covid-19 diventa adesso fondamentale la lotta contro i presidi sanitari finti, quindi pericolosi, che danno l'illusione di proteggere e in realtà «chissà se lo fanno». Lunedì scorso alle frontiere italiane è stata bloccata una partita di chirurgiche e Ffp2 false da parte della finanza di Potenza.
UN ESEMPIO
Questa misura è un esempio del lavoro svolto, indicatore della pericolosità dell'intera faccenda. E di come il principio del «mettersi qualsiasi cosa sul viso» non sia sempre quello universalmente valido. Ebbene questa partita di mascherine, diversi milioni, era accompagnata da un certificato falso con il logo della Ce. I dispositivi avevano le sembianze delle originali ma non adempivano quei requisiti di sicurezza. Perciò niente potere filtrante come da standard che questi dispositivi devono garantire. Cosa sarebbe accaduto se le avessero indossate ignari cittadini nella convinzione di proteggersi?
LA PRECISAZIONE
Questo scenario è stato da subito chiaro all'Olaf. Infatti l'ufficio europeo per l'antifrode aveva precisato che «oltre a essere inefficaci contro il virus, questi prodotti possono danneggiare potenzialmente la nostra salute, potrebbero provocare una pericolosa contaminazione batterica». Insomma se la corsa all'oro era solo una questione di denaro, in questo caso si gioca anche con la vita delle persone.
Giuseppe Scarpa
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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