Mascherine in aereo, stop dal 16 maggio sui voli in Europa

Mascherine in aereo, stop dal 16 maggio sui voli in Europa
Mascherine in aereo, stop dal 16 maggio sui voli in Europa
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Mercoledì 11 Maggio 2022, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 20:06

Addio alle mascherine in aereo dal 16 maggio, almeno sui voli nell'ambito dei Paesi dell'Unione europea. Lo stop all'obbligo di indossare le protezioni, previsto dalle nuove linee guida sulla sicurezza dei viaggi pubblicate dall'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e dall'Aesa (Agenzia europea per la sicurezza aerea), arriva in un momento di allentamento delle misure restrittive anche in Italia, a fronte di un trend in calo della curva dei contagi da Covid e una costante diminuzione dei ricoveri ospedalieri. 

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Mascherine, la decadenza dell'obbligo

La novità per i voli in Ue riguarda la decadenza dell'obbligo, anche se la mascherina resta comunque fortemente raccomandata per chi tossisce o starnutisce e, si legge nelle linee guida, «resta una delle difese migliori contro la trasmissione di Covid-19».

Anche se la pandemia non è finita, come ha ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza, i dati indicano dunque una flessione delle curve epidemiche in Italia e continua la riduzione dei pazienti Covid negli ospedali: in una settimana il numero dei ricoverati è infatti sceso complessivamente del 7,5%, come evidenzia la rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso). Nella settimana 3-10 maggio è inoltre stata registrata una diminuzione dei ricoveri maggiore rispetto alla settimana precedente, quando si era attestata al 5,7%. In particolare si sono ridotti in maniera netta, -9%, i ricoverati Covid nei reparti ordinari. Di segno opposto, invece, la situazione in terapia intensiva dove i pazienti in una settimana sono aumentati di 11 unità. 

 

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Il piccolo balzo di cifre nelle rianimazioni tuttavia, spiega Fiaso, può essere spiegato con il picco in controtendenza rilevato 15 giorni fa, subito dopo Pasqua: quell'incremento di pazienti registrato allora nei reparti ordinari ha portato fisiologicamente con l'aggravarsi di alcuni casi, a distanza di due settimane, all'aumento oggi nelle intensive. Ed in netto calo sono anche i ricoveri tra i bambini, registrando un -26,5% in 7 giorni. Preoccupa però un elemento: nelle rianimazioni si registrano ancora anziani e soggetti fragili non vaccinati o che non hanno fatto il booster: «Ciò è inammissibile - afferma il presidente Fiaso Giovanni Migliore - dopo un anno e mezzo di campagna vaccinale». Il 42% dei pazienti Covid, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, è ricoverato per Covid con i sintomi respiratori e polmonari e per i due terzi dei casi si tratta appunto di soggetti non vaccinati oppure senza booster sui quali il virus continua ad avere conseguenze gravi. Il fatto è che «l'utilità della quarta dose - sottolinea Migliore - è sottovalutata, invece occorre ribadire l'importanza di aderire al booster per gli over 80 e per i malati: il piccolo aumento registrato nelle rianimazioni ci dice che si continua ancora a morire di Covid.

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Con le vaccinazioni e con la quarta dose booster, invece, i più fragili possono essere protetti». Intanto, anche i dati del bollettino giornaliero del ministero della Salute confermano numeri in calo: sono 42.249 i nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 56.015) e le vittime sono 115 (rispetto a ieri 43 in meno). Con 294.611 tamponi molecolari e antigenici effettuati (rispetto ai 371.221 di ieri), il tasso di positività è al 14,3%, in calo. Rispetto alle ospedalizzazioni, sono 338 i ricoverati in terapia intensiva (20 in meno rispetto a ieri), mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 8.412 (-167). Un aggiornamento sul numero delle epatiti pediatriche di origine ancora non confermata arriva invece dall'ultimo rapporto Ecdc. Sono, si legge, «approssimativamente 106» i casi di epatite acute pediatriche a eziologia sconosciuta rilevate in Ue dall'inizio dell'allarme scattato dopo l'aumento della malattia nel Regno Unito. I Paesi dell'Ue o dello Spazio economico Ue dove sono stati rilevati i casi sono 14, dei quali 35 segnalati in Italia e 22 in Spagna. Nel mondo i casi segnalati sono complessivamente 450, con 11 decessi.

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