Long Covid, sintomi intestinali anche cinque mesi dopo la guarigione: colpiscono fino al 40% dei positivi

Long Covid, sintomi intenstinali anche cinque mesi dopo la guarigione: colpiscono fino al 40% dei positivi
Long Covid, sintomi intenstinali anche cinque mesi dopo la guarigione: colpiscono fino al 40% dei positivi
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Giovedì 2 Settembre 2021, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 16:41

Uno studio italiano diffuso oggi prova che alcuni sintomi intestinali derivanti da Covid possono colpire fino al 40% dei positivi. Tra le manifestazioni del cosiddetto Long Covid secondo i ricercatori rientrebbero quindi dalla diarrea all'astenia.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista medica e scientifica di settore «Neurogastroenterology and Motility». È stato condotto da Maurizio Vecchi, direttore della Scuola di specializzazione in malattie dell'apparato digerente dell'Università degli Studi di Milano, e da Guido Basilisco dell'Unità operativa di gastroenterologia ed endoscopia, Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

I dettagli della ricerca

Nella fase acuta dell'infezione i pazienti covid presentano almeno nel 30% dei casi sintomi gastrointestinali, come la diarrea. Gli esperti hanno voluto vedere se questi sintomi persistono dopo la guarigione.

«Abbiamo quindi analizzato, dopo un intervallo di tempo di cinque mesi, i pazienti ricoverati presso il nostro Ospedale per infezione acuta da Covid per capire se i sintomi gastroenterici che caratterizzano le malattie funzionali gastrointestinali come l'intestino irritabile e i sintomi somatoformi come la spossatezza/astenia, possano essere presenti a mesi dall'infezione», spiega Basilisco.

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«Abbiamo studiato 164 pazienti dopo 5 mesi dall'infezione acuta da Covid. I risultati sono stati confrontati con quelli di soggetti sani e negativi. I dati dimostrano che sintomi gastroenterologici sono presenti a distanza dall'infezione, sebbene in forma assai lieve; il sintomo più frequente è la diarrea. Tra i sintomi extraintestinali molto più frequente è invece l'astenia, che raggiunge valori del 40% tra i soggetti colpiti dal Covid».

Altri studi avevano inoltre dimostrato casi di pancreatite, clinicamente non sempre evidente, ma riscontrabile dall'alterazione degli enzimi caratteristici del pancreas.

Infine, un'altra forte evidenza della relazione tra virus e apparato digerente è il fatto che «nell'infezione acuta si verifichi una significativa eliminazione fecale del virus, probabilmente successiva alla fase iniziale, durante la quale il virus è localizzato nelle vie aeree superiori, prima che giunga negli altri organi e nei tessuti gastrointestinali», concludono gli esperti.

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Cos'è il Long Covid

In base a una definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la sindrome Post-Covid o Long Covid è l’insieme delle conseguenze a lungo termine sulla salute causate dall’infezione da Covid. Dopo aver contratto anche in forma leggera il virus e dopo la negativizzazione, infatti, il 35% dei pazienti ha riscontrato di non essere tornato al precedente stato di salute. Secondo i dati Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti.

La Sindrome Post-Covid o Long Covid è una diretta conseguenza dell’infezione da virus. Può comparire a negativizzazione avvenuta, con danni organici persistenti a polmoni, cuore, cervello e reni, causati probabilmente, in base agli studi ancora in corso, da risposte infiammatorie anche in soggetti giovani e che hanno avuto sintomi da Coronavirus lievi.

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I sintomi più diffusi sono: stanchezza, tosse, congestione o fiato corto, perdita di gusto o odorato, mal di testa, dolori muscolari, diarrea, nausea, dolore toracico o addominale, stato confusionale. Tra i fattori di rischio per la persistenza delle manifestazioni vi sono ipertensione, obesità, disturbi mentali.

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