Green pass, Ciciliano (Cts): «Le prossime chiusure dovranno essere solo per i non vaccinati»

Green pass, Ciciliano (Cts): «Le prossime chiusure saranno solo per i non vaccinati»
Green pass, Ciciliano (Cts): «Le prossime chiusure saranno solo per i non vaccinati»
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 9 Agosto 2021, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 07:31

«Nei prossimi mesi diventerà sempre più una epidemia dei non vaccinati, con il virus Sars-CoV-2 che circolerà soprattutto tra chi ha rifiutato l'immunizzazione. Eventuali chiusure, dovranno essere ristrette solo a chi non avrà il Green pass, altrimenti la stragrande maggioranza degli italiani che si è vaccinata non capirebbe perché deve continuare a rinunciare alla propria libertà a causa di una minoranza».

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Fabio Ciciliano, componente fin dall'inizio del Comitato tecnico scientifico, medico, una vita nella Polizia di Stato e in Protezione civile, avverte: il Green pass è il vero strumento di libertà, senza il quale ristoranti e cinema rischierebbero di chiudere. «E quella, sì, sarebbe una limitazione di libertà per tutti i cittadini».
Sul Green pass ci sono ancora dei dubbi.

Va chiarito se il ristoratore deve controllare anche il documento identità o può farlo solo a sua discrezione.

«Mi pare un falso problema che si sta cercando di strumentalizzare nel peggiore dei modi. Non mi risulta che qualcuno si lamenti quando gli viene chiesto di esibire il documento di identità al supermercato in occasione di un pagamento con la carta di credito o quando, in aeroporto, insieme al biglietto aereo ci viene chiesta la carta di identità. E non mi pare che la cassiera del supermercato o l'operatrice della compagnia aerea rivestano particolari qualifiche. I controlli, certo, sono a carico dei pubblici ufficiali che possono anche irrogare sanzioni. Ma agli esercenti non è richiesto questo. Si chiede solo di essere certi che i Green pass esibiti appartengano effettivamente a chi li mostra. Nulla di più. Per questo dico che è giusto controllare anche i documenti. E auspico che la circolare esplicativa del Ministero dell'Interno interrompa in maniera netta ogni tentativo di volontaria cattiva interpretazione della norma».

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Ha senso che il cliente debba possedere il Green pass ma non colui che fa i controlli, il titolare del ristorante o l'organizzatore dell'evento?
«Inizialmente il Green pass è stato concepito quale strumento per consentire lo spostamento tra regioni. Il rallentamento della campagna vaccinale nazionale e la buona affidabilità della certificazione verde, tra l'altro ripresa anche da altri Paesi, hanno suggerito di estenderne l'applicabilità per la fruizione di servizi. È ovviamente auspicabile che anche i lavoratori e i titolari degli esercizi pubblici posseggano il Green pass se devono frequentare i medesimi ambienti in cui viene richiesto per gli avventori. Occorre però una intesa tra la politica, le associazioni di categoria e le parti sociali».

Andrebbe ampliato l'uso del Green pass anche in altri settori come gli uffici pubblici?
«L'impiego potrebbe essere modulato sulla base della condizione epidemiologica del Paese e della copertura vaccinale della popolazione. Personalmente lo estenderei il più possibile. È uno strumento agile che può essere utilizzato anche da coloro che hanno deciso di non vaccinarsi. Basta che si sottopongano ad un tampone nelle 48 ore precedenti».

Come si fa a convincere coloro che ancora non si sono vaccinati?
«Partiamo da un dato: i giovani stanno dando uno schiaffo morale agli adulti del nostro Paese. Nelle ultime settimane, nella fascia di età 12-39 anni, è stato registrato un vero e proprio boom delle vaccinazioni. Nelle prossime settimane, con il completamento del ciclo vaccinale con la seconda dose, più di 2/3 dei nostri ragazzi saranno immunizzati. Gli adulti dovrebbero imparare ad essere responsabili come i nostri giovani. Ritengo che a questo punto non ci sia più margine di convincimento. Ed è anche per questo che il Green pass è importante».

In autunno vedremo un aumento significativo del numero di casi positivi? Se dovremo ricorrere a nuove chiusure, gli italiani che, in massa, sono corsi a vaccinarsi, lo accetterebbero?
«Sì, un incremento dei positivi è prevedibile. Però bisogna essere chiari: è vero che nessun vaccino è perfetto e il virus potrà, in bassissima percentuale, infettare anche chi ha ricevuto la doppia iniezione, però dal prossimo autunno questa sarà soprattutto un'epidemia riservata ai non vaccinati. Saranno soprattutto loro a contagiarsi e a finire in ospedale e morire, come già dimostrano oggi i numeri dell'Istituto superiore di sanità. Con lo strumento del Green pass dovremo modulare eventuali interventi di contrasto alla pandemia, riservando le limitazioni a coloro che non si sono vaccinati. Non possiamo più chiudere il Paese».

Teme queste manifestazioni, con toni anche forti, della minoranza no vax?
«Tutti hanno il diritto di manifestare. Ma ogni giorno che passa diventeranno una minoranza sempre meno rappresentativa perché il numero dei vaccinati cresce costantemente. I ristoranti che non chiederanno il Green pass, oltre a violare la legge, perderanno frequentatori, perché inevitabilmente ci sarà la certezza che all'interno di quei locali troveremo soprattutto clienti non vaccinati e, dunque, con una più alta percentuale di possibilità di trasmettere il virus. Chi me lo fa fare di rinchiudermi nella stessa stanza con loro e rischiare?».

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