Green pass, farmacie: sì ai tamponi di notte. Vaccino: ipotesi terza dose ai 50enni

Effetto Green pass esaurito, rallentano le vaccinazioni. Ma è corsa ai tamponi. Forniture di Pfizer abbondanti, proposta l’estensione dei richiami ad altre fasce d’età

Farmacie: sì ai tamponi di notte. Vaccino: ipotesi terza dose ai 50enni
Farmacie: sì ai tamponi di notte. Vaccino: ipotesi terza dose ai 50enni
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 22:01 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 14:57

Addio all’effetto Green pass sulle prime dosi. A meno di una settimana dall’estensione a tutti i lavoratori dell’obbligo di esibire il Qr Code sta infatti calando stabilmente il numero delle nuove somministrazioni. E mentre il Consiglio di Stato conferma la legittimità dell’obbligo vaccinale ai sanitari, il generale Figliuolo invita le Regioni a spingere sulla campagna per il booster. Campagna che però sembra procedere già piuttosto bene. Al punto che negli ultimi giorni le prime dosi iniettate sono state meno delle terze. Dati alla mano lunedì a ricevere il vaccino per la prima volta sono stati circa 47 mila italiani (la settimana precedente erano stati 54 mila), mentre il secondo richiamo è andato a circa 50 mila persone. Scenario simile anche martedì: prime dosi somministrate 36.915, terze dosi 55.835. 

 

Green pass, l’impatto

In altri termini è andato esaurendosi quell’impatto - minimo ma comunque significativo - che la certificazione verde aveva avuto nelle scorse settimane sul numero di vaccinazioni effettuate e che aveva fatto sperare di poter raggiungere la soglia del 90 per cento della popolazione vaccinabile immunizzata prima della metà di dicembre e quindi di allentare le restrizioni.

Un target che però ora sembra allontanarsi. Prendendo per buona la media di questi ultimi due giorni - consapevoli che con ogni probabilità andrà consolidandosi verso il basso - da qui in avanti si continuerebbe a somministrare circa 42 mila prime dosi al giorno. Quindi, mancando all’appello 2,5 milioni di italiani per raggiungere la soglia del 90 per cento, sarebbero necessari altri due mesi. Allontanando la possibilità che la fine dell’anno o l’inizio del nuovo portino senza forzature agli agognati allentamenti. 


A meno che, ovviamente, non si decida di rispolverare il discusso obbligo vaccinale. Del resto proprio ieri, il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità dell’imposizione per il personale sanitario sottolineando come questo venga usato a tutela non solo degli operatori, ma anche dei pazienti e delle persone più fragili che sono ricoverate o si recano comunque nelle strutture sanitarie o socio-assistenziali. In particolare - aprendo le porte proprio ad una possibile estensione dell’obbligo - è stato chiarito che questo non si fonda solo sulla relazione di cura e fiducia tra paziente e personale sanitario, ma anche sul più generale dovere di solidarietà che grava su tutti i cittadini. 

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Intanto, non a caso, per provare a dare nuovo impulso alla campagna di somministrazione il Governo prova ad accelerare sulle terze dosi. Così mentre il ministro Speranza si dice pronto a valutarne la somministrazione «eventualmente anche per altre categorie che oggi sono fuori», Figliuolo scrive alle Regioni: «considerata l’attuale ampia disponibilità di vaccino e la perdurante elevata potenzialità di somministrazione», si proceda «con immediatezza ad effettuare i richiami vaccinali in parallelo a tutte le categorie indicate, fermo restando il solo vincolo del rispetto dell’intervallo temporale di almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario». 


I tamponi

A fronte della somministrazione delle prime dosi in calo, l’altra faccia della medaglia è il costante aumento del numero di tamponi effettuati da farmacie e laboratori di analisi. Martedì in Italia, secondo Federfarma, sono stati processati oltre un milione di test di cui circa 200 mila sono tamponi molecolari e circa 800 mila invece antigenici rapidi. E due terzi di questi ultimi sono stati fatti in farmacia mentre un terzo è stato eseguito nelle strutture pubbliche. Cifre monstre che nella quotidianità si manifestano come file interminabili davanti alle farmacie. Ed è per questo che la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) ha chiesto di poter mantenere aperte le farmacie oltre l’orario di lavoro e anche nei giorni previsti di chiusura. Richiesta di cui si è fatto portavoce il commissario Figliuolo, che ha chiesto alle Regioni di agevolare le farmacie in questa direzione.

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