Epatite acuta pediatrica, Andreoni: «Non è escluso un nuovo virus, ma niente panico»

Secondo l'esperto le epatiti acute di origine misteriosa potrebbero originare da un nuovo virus che ha modificato la malattia acuta del fegato del bambino

Epatite acuta, Andreoni: «Non è escluso un nuovo virus, ma niente panico»
Epatite acuta, Andreoni: «Non è escluso un nuovo virus, ma niente panico»
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Martedì 26 Aprile 2022, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 16:44

I casi di epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta potrebbero derivare da un nuovo virus che potrebbe aver modificato la malattia del fegato del bambino. Ad avanzare l'ipotesi è Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). 

L'esperto afferma che «Al momento non possiamo neanche escludere di essere di fronte a un nuovo virus che può aver modificato l'epatite acuta del bambino», ma invita comunque alla prudenza ricordando «che siamo di fronte a poche segnalazioni nel mondo, quindi serve attenzione e serve comunicare eventuali altri casi sospetti senza creare un panico immotivato nella popolazione.

Aspettiamo i risultati della scienza, le indagini possono essere laboriose e complicate». 

 

Epatiti acute, quale è la causa? 

Andreoni specifica che non si tratta di un fenomeno nuovo «Di epatiti criptiche a eziologia sconosciuta ce ne sono abitualmente e gli specialisti si muovono su più fronti: l'origine virale, quella tossica alimentare o anche l'origine autoimmune». Tuttavia le prime due ipotesi appaiono poco probabili:  «Nei casi di epatite virale di origine sconosciuta registrati fino ad oggi nel mondo, possiamo esclude lo scenario di origine alimentare perché non abbiamo un cluster familiare o ristretto ad una città, ma diversi casi sparsi in giro per il mondo. Anche sull'ipotesi che possa esserci una origine immunologica o autoimmune, la numerosità dei casi eccede quella attesa. Rimane l'origine infettiva ma va dimostrata, soprattutto quella che punta sull'adenovirus, visto che non in tutti i casi oggi confermati c'è la presenza dell'adenovirus. Infine c'è anche la possibilità, difficile però, che possa esserci dietro un adenovirus mutato»

L'esperto sottolinea che la meningite in realtà causa un numero maggiore di vittime a livello mondiale «ma visto che la conosciamo ci preoccupiamo di meno. Questo però ci fa capire che occorre, prima di tutto, capire quale agente infettivo è responsabile dei casi».

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Cosa fare se un bambino mostra sintomi 

Se ci sono alcuni sintomi come vomito, febbre, dolori addominali o occhi giallini, Massimo Andreoni raccomanda di chiamare il pediatra. «Sarà il medico a capire se siamo di fronte a un quadro gastrointestinale o a qualcosa di diverso e ad attivare i controlli necessari».

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