Covid, chi non deve fare il vaccino. GB: «No durante la gravidanza»

Covid, chi non deve fare il vaccino. GB: «No durante la gravidanza»
Covid, chi non deve fare il vaccino. GB: «No durante la gravidanza»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 3 Dicembre 2020, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 12:51

Secondo il commissario Domenico Arcuri prima dell’estate l’Italia avrà vaccinato tutti gli ultra sessantenni: «Gli anziani che hanno da 80 anni in su sono circa 4 milioni e 400mila, dai 60 ai 79 sono circa 13 milioni. Le dosi di vaccino di cui noi disporremmo ci permetteranno già nel secondo trimestre del 2021, e cioè subito dopo la prima ondata, di concludere la vaccinazione per queste persone». Ma sullo sfondo restano alcune domande. Una su tutte: va vaccinato anche chi è stato contagiato in passato? Su questo gli esperti sono divisi. Altra domanda: per le donne in stato interessante è consigliata la somministrazione del vaccino anti Covid-19? Il governo del Regno Unito, dove il vaccino di Pfizer-BioNTech è stato autorizzato in modalità emergenziale, ha pubblicato due documenti in cui raccomanda di non vaccinare le donne durante la gravidanza: i test effettuati ad oggi non coprono queste categorie di persone.

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Partenza

Si tratta solo uno dei nodi di cui gli scienziati e le autorità sanitarie di tutto il mondo in questi giorni stanno tenendo conto.

Siamo alla vigilia di una massiccia campagna di vaccinazione che non ha eguali nella storia. Arcuri, parlando del piano italiano, ha ipotizzato a regime 1.500 punti per la vaccinazione, coinvolgendo pediatri, medici di base e farmacisti. Se il Regno Unito già in queste ore sta ricevendo le prime fiale prodotte in Belgio da Pfizer, in Italia si aspetterà il via libera dell’Ema a fine dicembre. Va fatta chiarezza. Si sta parlando molto di tre vaccini: Pfizer e Moderna, vicine all’autorizzazione anche negli Stati Uniti, e il prodotto sviluppato da Oxford e Irbm e commercializzato da AstraZeneca, che arriverà con qualche settimana di ritardo per un approfondimento della sperimentazione. Secondo molti esperti nel primo trimestre del 2021 questi tre vaccini saranno disponibili, anche se ieri il Wall Street Journal ha spiegato che Pfizer ha dimezzato il target delle consegne per il 2020, confermando però il miliardo di dosi complessive (in tutto il mondo) per il 2021.

L’Italia conta di ricevere nei soli primi sei mesi del 2021 40 milioni di dosi di AstraZeneca, 6 di Moderna e 16 di Pfizer (di cui 1,7 a fine gennaio). Però ci sono altri tre vaccini, di cui si sta parlando meno, per il quale l’Italia, come parte dell’Unione europea, ha una opzione. Osserva il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, intervistato da Rai Radio 1: «Se in un soggetto un certo tipo di vaccino non funziona, è verosimile che possa usarne uno differente». Ma quali sono gli altri tre vaccini che si aggiungono a Moderna, Pfizer e AstraZeneca? In totale sono stati acquistate dall’Italia 30,2 milioni di dosi del vaccino di Curevac (7,4 milioni già nel primo semestre). Si tratta di una azienda tedesca, il cui vaccino (come Pfizer e Moderna) usa la tecnica innovativa dell’mRna. Rispetto a Pfizer è più indietro, perché l’esito della fase 2/3 è atteso per il primo trimestre del 2021. Altra opzione: dalla multinazionale Johnson&Johnson sono attesi in Italia 14 milioni di dosi nel secondo trimestre del 2021 e 32 nel terzo. La sperimentazione è in fase 3 (quindi la parte conclusiva), entro dicembre-gennaio è atteso l’esito, si basa sull’uso di un adenovirus. I test prevedevano la somministrazione di una sola dose, ora si sta provando con due. Ultimo candidato: il colosso francese Sanofi con la britannica Gsk. Il piano guarda al secondo semestre 2021, quando, se la sperimentazione sarà soddisfacente, arriveranno 40 milioni di dosi. Si sta avviando la fase 3 della sperimentazione.

Incognita

In questo scenario, l’Italia deve anche rispondere a un’altra domanda: 1,6 milioni di persone che sono state o sono attualmente positive, dovranno essere vaccinate? Una risposta univoca non c’è. «Sono dell’idea - spiega il professor Fabrizio Pregliasco, virologo - che possa fare il vaccino anche chi è stato contagiato, perché comunque rinforza la risposta immunitaria. Dovremo inoltre capire: l’immunità è sterilizzante? Se lo è, vale la pena vaccinare subito chi contagia di più, i giovani, altrimenti meglio proteggere in primis i più deboli». Secondo Ippolito «chi ha avuto il Covid non deve vaccinarsi perché ha sviluppato anticorpi naturali, semmai dovrà controllarne il livello». Ippolito è scettico sull’ipotesi di vaccinare prima i giovani per evitare che facciano circolare il virus: «Siamo in tempo di guerra ed è meglio evitare le morti vaccinando prima gli anziani». Il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive a Genova: «Dobbiamo vaccinare sia chi non ha mai fatto l’infezione da Sars-CoV-2 sia chi l’ha già fatta. Dunque anche chi ha già gli anticorpi perché non si sa per quanto tempo durino».
 

Vaccino Covid, Ippolito (Spallanzani): "Chi è stato contagiato non dovrà farlo"

Controllare il livello degli anticorpi corporei - semmai - e non vaccinarsi per il nuovo coronavirus. Lo dice il direttore scientifico dell'Istituto Chi ha avuto il non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali, semmai dovrà controllare il livello di questi anticorpi. E quando questi dovessero scendere, si può riconsiderare una vaccinazione".


 
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