Covid, Iss: casi in aumento in 10 regioni, 2.868 focolai attivi (+832), impatto scuole tra 2-3 settimane

Covid, Iss: casi in aumento in 10 regioni, 2.868 focolai attivi (+832), impatto scuole tra 2-3 settimane
Covid, Iss: casi in aumento in 10 regioni, 2.868 focolai attivi (+832), impatto scuole tra 2-3 settimane
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Venerdì 25 Settembre 2020, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 20:54

Covid, l'Iss registra lento e progressivo peggioramento dell'epidemia, con casi in aumento in 10 regioni e 2.868 focolai attivi (+832). In Italia, dunque, si osserva «un lento e progressivo peggioramento» dell'epidemia di Sars-Cov-2 da otto settimane che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. Questa una delle conclusioni a cui arriva il rapporto settimanale sull'evoluzione pandemica elaborato da Ministero della Salute ed Istituto superiore di sanità e relativo al periodo fra il 14 ed il 20 settembre.
 

Ripresa epidemica


Questo andamento, sebbene rifletta un trend comune a molti paesi europei, «in Italia è per ora più contenuto» ma questo, sottolinea il rapporto, non deve portare a sottovalutare il rischio di una rapida ripresa epidemica dovuto ad un eccessivo rilassamento delle misure, con autorizzazione di eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici, e dei comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei».


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Impatto scuole in 2-3 settimane


«Non è possibile valutare, al momento, l'impatto che l'apertura delle scuole in Italia avrà sull'andamento dell'epidemia. Si ritiene che questo aspetto sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane». Così nel monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss in cui si sottolinea che «la riapertura delle scuole rimane uno degli elementi da monitorare attentamente». «Non è stata accertata, nella settimana in esame - aggiunge - una trasmissione del virus nell'ambito scolastico sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole. L'elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo (screening, rilevazione della temperatura giornaliera, procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico) hanno contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi. Sono in corso numerose indagini epidemiologiche e sono state attivate procedure di quarantena laddove previsto».
 

Salgono al 3% tassi di occupazione terapie intensive


A livello nazionale il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è aumentato dal 4% al 5% mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 10% in alcune Regioni/PA. È quanto riporta l'Istituto superiore di sanità nel consueto monitoraggio. Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. Si conferma, inoltre, l'importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati.
 

Rt sotto 1 a 0,95, età media a 41 anni


Nel periodo 3 - 16 settembre 2020, l'Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva. È quanto emerge dal consueto monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità. Bisogna tuttavia interpretare - spiega l'Iss - con cautela l'indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell'epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto, l'Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza. Per quanto riguarda l'età, mentre nelle ultime tre settimane si era osservato un incremento della età mediana dei casi notificati, questa settimana l'età mediana è stabile a 41 anni.
 

Rezza: «Focolai in ambito familiare»


«Dobbiamo registrare un aumento del numero dei casi Covid nel nostro Paese per l'ottava settimana consecutiva, anche se l'indice Rt è intorno ad 1. Si sono verificati diversi focolai in tutto il Paese e gran parte di questi sono dovuti a transizione intradomiciliare o familiare. Per fortuna, questa settimana, l'età mediana è rimasta ferma a 41 anni e ciò spiega perché l'aumento delle ospedalizzazioni sia molto molto lento». Così il direttore generale prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza commentando il monitoraggio settimanale. «La situazione nei Paesi vicino all'Italia è abbastanza preoccupante ed è quindi necessario mantenere sempre comportamenti prudenti, evitando gli assembramenti, tenere comportamenti di distanziamento fisico, uso delle mascherine e frequente lavaggio delle mani», ha concluso Rezza.

 
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