Coronavirus, lo psicologo-guru dei vip: «Vi spiego i trucchi per non impazzire in casa»

Orsetti sulle finestre per i bambini
Orsetti sulle finestre per i bambini
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 10:18

«Concentrarsi sulle proprie strategie e focalizzarsi sulle performance, sforzandosi di non pensare a quanto ancora sia lontana la meta». E' prendendo in prestito uno dei trucchi da gara di un suo celebre paziente, Alex Schwazer, ex marciatore italiano, campione olimpico della 50 km a Pechino 2008, che lo psicologo Maurizio Coletti ci dà qualche utile suggerimento per sopravvivere a questa lunga quarantena, diventata ormai come una maratona.

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Professore, come possiamo applicare concretamente i trucchi di Schwazer in una situazione come questa che stanno vivendo i cittadini italiani?
«In realtà, possiamo prendere in prestito diversi trucchi da questo campione. Quando Schwazer è impegnato in una gara dice di non pensare mai al traguardo e allo stesso modo noi italiani in quarantena non dovremmo pensare a quando questa reclusione finirà, anche perchè su questo non c'è nulla di sicuro. Così come Schwazer in gara si concentrava solo sulle strategie da utilizzare durante una gara, noi dovremmo concentraci sulle attività quotidiane che possiamo fare, pianificandone di nuove. Insomma bisogna tenersi impegnati in qualcosa».

Più facile a dirsi che a farsi, vero?
«Non dovrebbe essere però così difficile. Oggi nelle nostre case abbiamo a disposizione numerose possibilità di svago. Pensiamo a quelle offerte dalla tecnologia. Siamo stracollegati gli uni agli altri. Per esempio, un suggerimento che mi sento di dare è quello di organizzare, almeno una volta al giorno, un incontro in videoconferenza con colleghi, amici, familiari E' banalmente un modo per accorciare le distanze e sentirsi soli, ed è anche un modo per stimolare i nostri neuroni».

Non fa male anche alla mente lo stare troppo fermi?
«Non dobbiamo concentrarci tanto su questo, anche perché non possiamo fare altrimenti. Ma è meglio focalizzarci su quello che abbiamo. C'è chi ad esempio può approfittare di questo periodo per leggere un libro che non ha mai avuto tempo di sfogliare o vedere serie televisive che prima non aveva il tempo di godersi. Non mi sembra poi così male alla fine. Poi se si vuole fare un po' di movimento, si può inserire qualche attività casalinga tra quelle che si pianificano in questi giorni di quarantena».

Può farci qualche esempio?
«Si possono fare ad esempio pulizie straordinarie: ad esempio un giorno concentrarsi sulla pulizia dei balconi e un altro per mettere a posto i cassetti. Poi per far passare più velocemente il tempo è raccomandabile dilatare i tempi di ogni attività».

In che senso?
«Se ad esempio prima della quarantena si impiegavano solo 10 minuti per fare colazione, ora ci farebbe bene prendercela con più comodo e far durare questo momento della giornata almeno mezz'ora».

Non è preoccupato per gli effetti che potrebbe avere questa quarantena sulla salute mentale di molti italiani?
«Che stare in casa forzatamente sia una fonte di angoscia e frustrazione è ormai un dato di fatto piuttosto banale. Probabilmente non è facile per tutti allo stesso modo. Chi sta in famiglia in una casa grande e con uno spazio fuori avrà meno problemi di chi vive da solo in 17 metri quadrati. Ma se questo potrà avere ripercussioni patologiche ce lo potrà dire solo il tempo».

Quando?
«Non sappiamo esattamente quanto. Forse qualche mese o addirittura qualche anno Si chiama tempo di latenza ed è un concetto molto conosciuto in psicologia».

Se stare da soli può essere una prova psicologicamente dura, anche la forzata convivenza in famiglie numerose può esserlo?
«Sì e penso soprattutto a quelle famiglie dove ci sono già problematiche e tensioni pregresse.

A loro raccomando di fare un patto "in tempi di pace" e cioè impegnarsi a riconoscere i momenti in cui la tensione sale pericolosamente, disinnescando i conflitti prima che esplodino. Si può usare un cartellino giallo, si può chiamare un time out o comunque individuare un rituale condiviso che aiuti a gestire i momenti più difficili». 

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