Bambini in vacanza, posso fare il bagno dopo mangiato? E l'aria condizionata fa male? Ecco i consigli dei pediatri

A fare chiarezza sulle tante incertezze dei genitori sono gli specialisti della Società italiana di pediatria che, sul loro sito (sip.it), hanno pubblicato una guida

Bambini in vacanza, posso fare il bagno dopo mangiato? E l'aria condizionata fa male? Ecco i consigli dei pediatri
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 10 Agosto 2022, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 07:45

Per le mamme e i papà dei più piccoli non c'è relax in vacanza. Dubbi, incertezze e timori sui comportamenti giusti da adottare, al mare o in montagna, possono creare ansia e stress. Rovinando, così, le tanto agognate ferie.
A che età i bambini possono fare il bagno al mare? Quali accortezze seguire ad alta quota? Le domande sono tante e non sempre le risposte che si trovano sul web sono esatte o esaustive. A creare ancora più confusione sono anche le numerose fake news che circolano sui social. Che non fanno altro che alimentare i timori dei genitori più apprensivi.
Eppure, a ogni interrogativo (o quasi) c'è una risposta specifica che può aiutare a far vivere con maggiore tranquillità le vacanze e l'estate in generale.

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IL TIMORE
A fare chiarezza sulle tante incertezze dei genitori sono gli specialisti della Società italiana di pediatria che, sul loro sito (sip.it), hanno pubblicato una guida semplice e chiara che le mamme e i papà possono consultare per sciogliere dubbi e timori. «Se si parte dal presupposto che il bagno deve essere divertente, sarebbe meglio aspettare che il bambino abbia almeno sei mesi, che abbia cioè raggiunto un'età in cui può apprezzarlo», suggeriscono i pediatri.
«Molto dipende comunque dal singolo bambino: ci sono piccoli - continuano - attratti dall'acqua che addirittura la raggiungono prima dell'anno di vita, gattonando, mentre altri, magari più grandicelli, ne hanno un vero terrore. I primi possono essere assecondati, i secondi non devono assolutamente essere forzati a entrare».
Inoltre, dopo il bagno, raccomandano i pediatri, occorre sciacquare il bambino con acqua dolce e asciugarlo per bene perché sia l'acqua salata sia la pelle umida a contatto con la sabbia possono facilitare irritazioni a livello cutaneo. Altro interrogativo comune, su cui è stato detto di tutto e di più (molto spesso a sproposito), sono i tempi da rispettare prima di fare un bagno al mare dopo aver mangiato. La verità è che non esiste una regola scientifica, anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti.
«Se il bambino ha consumato un pasto abbondantissimo - fanno sapere gli specialisti - costituito da fritture, cibi molto grassi, salse e intingoli, ovvero piatti che richiedono una lunga e laboriosa digestione può avere un senso aspettare le famose tre ore.

Se invece il bambino ha mangiato, come dovrebbe essere, un piatto di pasta condita con olio e pomodoro e magari un po' di pesce o una fettina di carne può senz'altro entrare in acqua anche subito dopo pranzo».

 


LA PELLE
La cosa molto importante, però, è immergersi in acqua gradualmente, bagnandosi prima le caviglie, i polsi, quindi lo stomaco e poi le tempie. «Si deve cioè evitare lo sbalzo termico a cui lo esporrebbe tuffarsi o immergersi di colpo, che potrebbe causare la perdita di conoscenza», evidenziano i pediatri. «Sempre per questa ragione, il bambino non dovrebbe fare il bagno quando è accaldato e sudato: prima di entrare in acqua, sia pure gradualmente, dovrebbe rinfrescarsi all'ombra», aggiungono.
E la crema solare? Al di sotto dei 6 mesi non sono consigliate. Dopo i 6 mesi di vita, invece, l'uso delle creme solari è obbligatorio. Un comune motivo di lite al mare tra genitori e figli è la durata del bagno. Anche in questo caso non ci sono risposte univoche, ma piccole indicazioni. «I segnali a cui prestare attenzione per capire quando è il momento di uscire dall'acqua, sono tre: i brividi di freddo, il raggrinzimento della pelle delle dita e la colorazione bluastra delle labbra», spiegano i pediatri. «Per dire basta, deve essere sufficiente, comunque, che il bambino non sia a proprio agio», aggiungono.
In montagna, invece, si deve fare molta attenzione alle altitudini che si raggiungono. «Con i lattanti - specifica la Società italiana di pediatria - è meglio non superare i 1.500 metri restando entro i 2.000 metri fino al compimento di 1 anno d'età. Con i ragazzi poi si può anche arrivare a 3.000 metri». È bene ricordare che a un'altitudine moderata (tra i 1.600 e i 2.000 metri) ci sono delle condizioni climatiche e ambientali che aiutano a respirare meglio chi soffre di asma. Dopo i 1.600 metri poi i pollini calano sia come durata che come quantità e dunque chi è allergico ne giova.


IN AUTO
Infine, un altra comune incertezza riguarda l'uso dell'aria condizionata sia a casa che in auto, specialmente in presenza di un neonato. Per i pediatri «assolutamente sì», basta tenere una temperatura costante sui 24-25 gradi e usare il deumidificatore.

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