Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico: quali sintomi e cosa fare? I consigli dello psichiatra

Si stima che in Italia a soffrire di disturbi d'ansia siano più di 3 milioni di persone

Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico: quali sintomi e cosa fare? I consigli dello psichiatra
Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico: quali sintomi e cosa fare? I consigli dello psichiatra
di Graziella Melina
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Giovedì 9 Giugno 2022, 18:51 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 09:10

L’ultimo caso noto è stato quello del cantante Lorenzo Fragola, che ha postato un video alle 4 del mattino sulla piattaforma social TikTok, dopo un attacco di panico in piena notte. «Posso dire che è un'esperienza terribile - ha spiegato il vincitore dell’ottava edizione di X Factor - Bisogna parlarne e farsi aiutare. Si tratta di un disturbo e non c'è vergogna alcuna». La sua infatti non è una situazione rara. Gli attacchi di panico, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, riguardano circa il 3% delle persone adulte in tutto il mondo. In Italia si stima che a soffrire di disturbi d’ansia, e tra questi di attacchi di panico, siano più di 3 milioni di persone. Ma è un dato sottostimato: non sempre i disturbi legati a un malessere mentale vengono diagnosticati. Di sicuro, per chi ne soffre, la situazione è difficile da gestire: si tratta infatti di crisi che si manifestano all’improvviso con un senso di nausea, disturbi addominali, sudorazione, tremori, palpitazioni, tachicardia e addirittura una sensazione di mancanza d'aria o di soffocamento.

Lorenzo Fragola senza respiro dopo un attacco di panico, il video: «Esperienza terribile, ma bisogna parlarne e farsi aiutare»

Ma non sempre si ha la consapevolezza che si tratti di un disturbo mentale. «Gli attacchi di panico - spiega Alberto Siracusano, ordinario di psichiatria dell’Università Tor Vergata di Roma e direttore di Psichiatria e psicologia clinica del Policlinico universitario - sono stati di ansia acuti che stravolgono la persona.

Possono essere particolarmente intensi, tanto che a volte si manifestano sintomi di depersonalizzazione, vuol dire che la persona non sente più di essere se stessa e ha delle angosce di morte fortissime”. Spesso però si pensa che a causare i tremori, le palpitazioni, la sudorazione, il senso di affanno, sia una patologia cardiaca. “Inizialmente - precisa Siracusano - non conoscendo gli attacchi di panico le persone attribuiscono i disturbi ad una causa organica. A volte, infatti, si manifestano solo sintomi somatici, per cui il paziente ha l’impressione di avere un infarto, va in Pronto soccorso, ma poi dagli esami medici non risultano patologie».

I SINTOMI

Eppure, riconoscere in modo precoce l’origine di questi sintomi è fondamentale per riuscire a gestirli quando si ripresentano. In realtà, il numero di attacchi di panico non è definito. Alcuni soggetti possono averne uno o due ogni mese; altri, diversi a settimana. Possono essere molto intensi, ma non causano un danno fisico. Incidono però sullo stato di benessere mentale. «Una volta che gli attacchi di panico esordiscono, possono creare molte problematiche nella vita della persona, soprattutto se si verificano in determinate condizioni, per esempio mentre si guida l’automobile in autostrada. In quei casi, risulta davvero complicato riuscire a mantenere il controllo. A questo punto diventano un trauma, difficile poi da superare». In realtà, non esiste un profilo di rischio definito, gli attacchi di panico possono capitare a chiunque. «Generalmente, c’è sempre alla base una motivazione. Si possono presentare però senza alcuno stimolo apparente. Quelli notturni - precisa Siracusano - non sembrano avere un collegamento con una situazione specifica. Sappiamo però che hanno una radice nell’ansia del mondo interno, e pertanto vanno affrontati con i farmaci e con la psicoterapia, proprio perché bisogna capirne l’origine». Le personalità ansiose sono quelle più predisposte. «Gli attacchi di panico possono manifestarsi per esempio nei soggetti che devono affrontare momenti significativi, di cambiamento e di scelta, nel loro percorso di vita, ma anche in chi per esempio ha vissuto un lutto».

LE CURE

Le cure in genere funzionano, spesso bastano tranquillanti leggeri per tenere a bada i sintomi. Ma i risultati sono sempre molto individuali. «Qualcuno grazie ai farmaci e alla psicoterapia - spiega lo psichiatra - è supera gli attacchi completamente, altri pazienti invece hanno bisogno di essere seguiti più a lungo. L’importante, in ogni caso, è decidere di farsi aiutare e riuscire così a gestire i sintomi». 

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