Disturbi alimentari, fenomeno in crescita: ne soffrono almeno 3 milioni di italiani

In aumento di oltre il 48% i ricoveri legati ai cattivi comportamenti alimentari e un abbassamento dell'età d'esordio: «A partire dai 8/9 anni»

Disturbi alimentari, fenomeno in crescita: ne soffrono almeno 3 milioni di italiani
Disturbi alimentari, fenomeno in crescita: ne soffrono almeno 3 milioni di italiani
3 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Marzo 2023, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 17:15

Ne soffrono ragazzi e, soprattutto, ragazze. Spesso giovanissime. Un fenomeno che, complice il lockdown, sta dilagando. Se ne è discusso lo scorso 12 marzo in un convegno a Grottaferrata, dove è stata inaugurata la panchina lilla, simbolo di una patologia subdola. I segnali da cogliere e il ruolo delle famiglie per uscire da un tunnel a volte troppo oscuro.

Disturbi subdoli, spesso nascosti, non sempre intercettabili.

Disturbi che erodono le persone, soprattutto giovani, e minano la serenità delle famiglie. In Italia, oltre il 5% della popolazione soffre di anoressia, bulimia e di binge eating disorder ovvero disturbo da alimentazione incontrollata. "Si stima - spiega Veronica Torricelli, psicologa e psicoterapeuta esperta in disturbi alimentari - che, nel nostro Paese, siano più di 3 milioni le persone che soffrono di questi disturbi. Quasi sempre giovanissime, che molto raramente chiedono subito aiuto».

Nel corso dell'incontro a Grottaferrata è stata inaugurata la panchina lilla, simbolo appunto dei disturbi alimentari, che farà parte del progetto comunale "Il giardino della solidarietà" che sta prendendo forma nello spazio verde del centro socio-culturale della cittadina laziale: «L'evento - continua la Torricelli - ha rappresentato un viaggio emozionale tra psicologia e fotografia con lo scopo di sensibilizzare e informare su una malattia che, negli ultimi anni, è sempre più in aumento».

Complice il lockdown, il fenomeno dunque è in costante progressione, con un aumento di oltre il 48% di ricoveri e un abbassamento dell'età d'esordio: «L'età d'esordio di questi disturbi -spiega la Torricelli - si è progressivamente abbassato, dall'adolescenza adesso iniziano a presentarsi già verso i 8/9 anni. Una malattia complessa che una volta scoperta mette in crisi l'intero nucleo familiare, spesso, chiaramente non in grado di gestire il disturbo. Anche perché ancora oggi, nonostante i numeri in deciso rialzo, la risposta del Sistema Sanitario Nazionale è incerta e, molto spesso, carente. Bisogna fare di più e farlo in fretta».

Un approccio multidisciplinare è quello più indicato: «Sono diverse - dice ancora Torricelli - le terapie applicabili. La mia esperienza e formazione mi suggerisce di adottare, davanti a un problema specifico, l'approccio che ritengo più adatto al singolo caso, oppure, in alternativa, solo alcuni aspetti di uno o più approcci. Combinandoli, in modo armonico, è più facile ottenere i risultati desiderati. Ho costruito così, insieme alla mia equipe, un percorso di base che viene di volta in volta adattato e integrato con le tecniche più idonee al singolo caso. Ogni paziente è unico e speciale, in quanto tale, non può esistere un solo approccio che va bene per tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA