Colazione, i rischi per il cuore aumentano del 27% saltandola

Colazione, i rischi per il cuore aumentano del 27% saltandola
Colazione, i rischi per il cuore aumentano del 27% saltandola
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Martedì 7 Luglio 2020, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 19:00

Fare una buona colazione non significa soltanto predisporre il corpo a una giornata corretta. Lo evidenzia uno studio dell'American Heart Association nel suo ultimo rapporto pubblicato su "Circulation". Per mantenersi in forma e in salute non basta stare attenti a cosa si mangia, ma anche a quando lo si fa. Saltare i pasti ad esempio modifica il nostro metabolismo, disorienta il nostro organismo e lo danneggia.

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Ad esempio chi non fa colazione al mattino ha un rischio di disturbi cardiaci superiore del 27% rispetto alla media, E chi ha un'alimentazione sregolata durante il giorno rischia maggiormente diabete, ipertensione e obesità, come testimonia uno studio pubblicato dall'International Journal of Obesity. Non solo: pranzare e cenare a ora tarda rischia un aumento di peso e del girovita. «Distribuire in modo errato l'apporto calorico lungo la giornata - afferma Silvio Danese, responsabile del Centro per le Malattie infiammatorie croniche dell'intestino dell'Irccs Humanitas di Rozzano - influisce negativamente sulla salute, perché ci sfasa rispetto ai tempi dettati dal nostro orologio biologico interno. In questi casi, il metabolismo può subire alterazioni e portare, per esempio, all'aumento di peso. Inoltre si rischia di avere maggiori disturbi digestivi, come reflusso e dispepsia».
 


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Quanto alla colazione, come ripetono gli esperti, «è il pasto più importante della giornata. Mai saltarla - avverte Danese - perchè il cervello rallenta se non riceve glucosio per oltre 16 ore». Nonostante questo gli esperti chiariscono che se proprio appena svegli non si ha fame o tempo per dedicarsi ad una buona colazione, ci si può limitare almeno a un biscotto e un caffè, purché entro metà mattina si completi l'apporto di calorie necessarie al nostro corpo come 'benzinà, che sempre secondo gli esperti è pari al 25% di apporto calorico giornaliero.

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Quanto agli orari dei pasti, secondo una ricerca del Brigham and Women's Hospital di Boston negli Stati Uniti e dell'Università della Murcia in Spagna - si legge sulla newsletter Humanitas - chi pranza ad esempio dopo le 15 del pomeriggio, posticipando di conseguenza anche l'orario della cena, spesso vedrà aumentare peso e girovita. Durante la ricerca che ha coinvolto 420 volontari tenuti a regime alimentare controllato per venti settimane, chi ha anticipato il pasto ha perso in media 11 chili, cioè 2,5 in più dei ritardatari. Ma quanto tempo far trascorrere tra un pasto e l'altro? «La digestione si completa in un paio d'ore; non c'è un tempo consigliato - spiega Danese - ma sarebbe bene non digiunare per oltre 4 ore. Meglio mangiare poco e spesso». Mentre frutta e verdura non dovrebbero mai mancare nella dieta e possono essere consumati senza grandi problemi, secondo il gastroenterologo «la distribuzione dell'apporto calorico durante il giorno dovrebbe propendere per un consumo di 'carboidrati decrescente nel corso della giornata». Dunque resta valido il vecchio adagio: «Colazione da re, pranzo da principe, cena da povero».

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