Ai Musei Vaticani lo strano effetto di sentir parlare in italiano

Ai Musei Vaticani lo strano effetto di sentir parlare in italiano
di Pietro Piovani
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Lunedì 6 Luglio 2020, 00:49
«Io Roma ero arrivata a detestarla, ma ora la amo di nuovo, follemente». Uscendo dai Musei Vaticani, Francesca dà voce al sentimento di tanti: la scomparsa dei turisti ha riacceso una passione che sembrava esaurita, quella dei romani per la loro città. Anche lei ha approfittato dell’occasione per godersi la Cappella Sistina in condizioni umane, senza doversi fare spazio tra cinesi e russi che ti pestano i piedi.

Roberta Bernabei, storica dell’arte che organizza visite guidate, racconta i suoi giri con i romani: «Sono felici ed emozionati, uno mi ha fatto vedere che aveva la pelle d’oca». Fa un effetto insolito sentire per i corridoi tante voci di connazionali. «I visitatori italiani - nota la Bernabei - sono coltissimi in confronto agli stranieri; gli americani in particolare non sanno veramente nulla». Poi ci sono quelli che vogliono fare gli spiritosi: nella galleria delle carte geografiche una guida lancia una specie di quiz, «Papa Gregorio XIII lo nominiamo tutti i giorni, chi sa dirmi il motivo?», «Per le bestemmie» risponde uno facendo calare un velo di imbarazzo, siamo pur sempre a casa del Papa.

Nei saloni freschi si può ammirare tutto con calma, persino la collezione di arte contemporanea, che di solito passa inosservata e invece dimostra di avere un suo perché. Alla fine si esce con la voglia di fare il bis, magari alla Galleria Borghese o al Colosseo. In attesa che tornino i turisti, e con loro un po’ di soldi e di posti di lavoro.
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