Roma al voto, caos schede elettorali: vigili e maestre scrutatori. Silenzio violato: è polemica vademecum

Battaglia tra centrosinistra e M5S per alcuni post sui social dei candidati

Roma al voto, caos schede elettorali: vigili e maestre scrutatori. Silenzio violato: è polemica vademecum
Roma al voto, caos schede elettorali: vigili e maestre scrutatori. Silenzio violato: è polemica vademecum
di Fabio Rossi
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Sabato 2 Ottobre 2021, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 00:25

Migliaia di persone in fila a via Petroselli, tanti elettori sfiniti che decidono di rinunciare al voto, caos nei seggi per la mancanza di presidenti e scrutatori. Oggi e domani si vota per eleggere il nuovo sindaco di Roma, rinnovare assemblea capitolina e Municipi e, nel collegio di Primavalle, per scegliere un nuovo deputato al posto di Emanuela Del Re(M5S), scelta come rappresentante speciale Ue per il Sahel.

Ed è polemica tra centrosinistra e M5S sul silenzio elettorale.

Il Pd sottolinea un video postato sui social da Virginia Raggi in cui «invita ad andare a votare con la sua foto ed il suo motto che mette in risalto il cognome nell’hashtag - attacca il capogruppo Giulio Pelonzi - violando il silenzio».

Secondo la deputata dem Patrizia Prestipino, «da una rappresentante delle Istituzioni ci si aspetterebbe sempre correttezza assoluta». Dallo staff della sindaca replicano evidenziando post sponsorizzati di Roberto Gualtieri, che pubblica le foto delle chiusure della campagna elettorale. In ogni caso, al momento postare sui social non è considerato violazione del silenzio, perché manca una specifica regolamentazione.


I DISAGI
La partenza dell’organizzazione è stata falsa, o quantomeno molto difficoltosa. A cominciare dalla distribuzione delle tessere elettorali: negli ultimi due giorni le code agli uffici di via Petroselli si sono prolungate fino al lungotevere, anche con momenti di tensione, mentre i vigili urbani tentavano di mettere ordine nelle file. E i pochi impiegati presenti, spesso sconsolati, si trovavano a fronteggiare il nervosismo di chi ha perso ore semplicemente nel tentativo (a volte vano) di ottenere la tessera necessaria per poter esercitare il diritto di voto. Un paradosso, in un periodo storico caratterizzato da affluenze sempre più basse alle urne.

«Sono andata due volte nel mio Municipio, inutilmente, per ottenere la nuova tessera elettorale, visto che ho cambiato residenza alcuni mesi fa - racconta Silvia - Alla fine mi hanno mostrato una disposizione dove si diceva che i cittadini che hanno cambiato residenza negli ultimi anni dovevano necessariamente rivolgersi agli uffici di via Petroselli». All’origine dei disagi, secondo quanto riferito da un’impiegata comunale, ci sarebbe un cambiamento del sistema informatico, eseguito lo scorso marzo, che avrebbe provocato il disallineamento di diversi dati anagrafici. E così ci sono persone trasferitesi a Roma da altri Comuni che non risultano ancora residenti nella Capitale, altre addirittura che risultano di nazionalità straniera, oltre a freschi maggiorenni ancora non inseriti negli elenchi elettorali. «Inoltre, tra organici carenti e smart working, gli operatori disponibili agli sportelli sono pochissimi», raccontano nei corridoi. File lunghissime anche agli uffici elettorali dove arrivavano i presidenti di seggi convocati in sostituzione degli assenti.


LE SEZIONI
Dopo le difficoltà a trovare presidenti disponibili per tutte le 2.603 sezioni elettorali della Capitale, in diverse sedi l’apertura è stata rinviata di alcune ore per la mancanza del numero minimo di componenti necessario per avviare le operazioni preliminari al voto. Il Campidoglio ha quindi iniziato a chiamare in servizio i dipendenti allertati in caso di emergenza, dagli agenti della polizia locale alle maestre: alcune sezioni stamattina potrebbero aprire in ritardo. Si vota oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15. Ogni cittadino al seggio riceverà una scheda azzurra, per il Campidoglio, e una grigia, per il Municipio. Si può votare sbarrando solo il nome del candidato sindaco, una lista collegata al candidato, oppure sia il nome del candidato che una delle liste a lui associate o collegate a un altro candidato sindaco (voto disgiunto). Si può poi scrivere il cognome del candidato al consiglio comunale accanto al simbolo della lista di riferimento: è possibile esprimere la doppia preferenza di genere, votando per due candidati di sesso diverso. Stesso meccanismo per i Municipi.

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