Comunali, intesa nel centrodestra: a Roma corre Michetti. Con lui Matone e Sgarbi

Comunali, intesa nel centrodestra a Roma corre Michetti: con lui Matone e Sgarbi
Comunali, intesa nel centrodestra a Roma corre Michetti: con lui Matone e Sgarbi
di Marco Conti
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Giovedì 10 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 07:38

«Aleggiava lo spirito di Tatarella, è andato tutto liscio». Gaetano Quagliariello evoca il ministro dell'armonia per spiegare come sia riuscito, l'affollatissimo vertice di centrodestra, a trovare in poco tempo l'accordo sul nome di Enrico Michetti. Anche se la scelta dell'avvocato come candidato del centrodestra a sindaco della Capitale era da qualche giorno nell'aria, soprattutto per la determinazione di Giorgia Meloni, molti altri vertici erano andati a vuoto. Ieri pomeriggio, almeno su Roma, si è andati invece a razzo, come anche sull'ok a Damilano per Torino. La prossima settimana ci sarà un'altra riunione per definire il quadro complessivo delle candidature e, soprattutto, decidere chi correrà a sindaco a Milano e Bologna.

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Il logo


Il primo ad uscire dalla riunione è stato proprio colui che ha aperto: Matteo Salvini. Il leader della Lega avrebbe preferito che a Roma il ticket fosse capovolto con Simonetta Matone nel ruolo di candidato sindaco e Michetti in quello di vice. Alla fine Salvini ha dovuto cedere e non solo perché Salvini si mostra più disponibile da quando ha assunto il ruolo di federatore del centrodestra, ma anche perché, racconta Vittorio Sgarbi, «Michetti non ci stava a fare il numero due». Ma anche alla Matone, che oggi vedrà Michetti, non va bene il ruolo da vice e quindi la soluzione che accontenta tutti è quella del ruolo da pro-sindaca.
Il deputato e critico d'arte sarà invece il numero tre della futura giunta, sempre che Michetti riesca a battere l'uscente Raggi e i due principali contendenti, Gualtieri e Calenda.

La promessa dell'assessorato alla Cultura in cambio del ritiro della candidatura ma non della lista che Sgarbi intende presentare con il logo Rinascimento. «Centrodestra compatto», sottolinea felice la leader di FdI che ha proposto il nome dell'avvocato amministrativista Michetti, che non ha un passato nella destra romana. «Enrico sarà un grande candidato, giravamo insieme le periferie romane per la campagna elettorale», racconta Lorenzo Cesa, leader dell'Udc e altro partecipante al vertice, che gioisce con il senatore Antonio Saccone, centrista e anche lui amico di Michetti. L'entusiasmo contagia Emilio Carelli, ex FI, ex 5S e presente con Quagliariello alla riunione per conto di Coraggio Italia.

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Domani dovrebbe esserci la presentazione ufficiale del ticket, che Sgarbi chiama «tridente». Sabato i candidati potrebbero partecipare alla manifestazione già organizzata dalla Lega alla Bocca della Verità. Avendo di fatto scelto il candidato sindaco per Roma, che piace anche a Fabio Rampelli, la Meloni lascia a Salvini la proposta per Milano. La partita elettorale autunnale non sarà facile da gestire per il centrodestra elettoralmente spaccato in due tra chi è in maggioranza a sostegno del governo Draghi (Lega e FI) e chi invece è all'opposizione ed invoca la fine della legislatura (FdI). La federazione tra Lega e FI, proposta da Berlusconi per chiudere con la politica e felicemente accolta da Salvini, è stata di fatto rimandata a dopo le amministrative anche per evitare che esplodano tensioni non tanto con l'alleato che è all'opposizione ma all'interno della maggioranza.
«Si farà, si farà. La faranno dopo le elezioni in modo che possano contarsi sulla base delle percentuali raccolte», sostiene Osvaldo Napoli, deputato ex FI anche lui passato con il partito di Toti e Brugnaro. Napoli, non usando il noi fa capire che non c'è interesse da parte di Coraggio Italia per il progetto berlusconian-salviniano. Se però il peso di FI nella federazione verrà valutato in base alle percentuali di ottobre, è possibile che possano sorgere non pochi problemi. Ciò che è ormai evidente è la voglia di Berlusconi di ritirarsi dalla scena politica affidando il partito ad un leader che lo metta al riparo dalle mille beghe interne che continuano a scaricarsi sui centralini di Arcore.

Sindaco Roma, Michetti (in ticket con Matone) candidato del centrodestra. Nodo Milano


Per Meloni la sfida a Roma diventa decisiva per saldare la sua leadership fuori dall'antico e giovanile circuito della destra romana. A differenza di ciò che accade nel centrosinistra, dove si affollano ben tre candidati (Raggi, Gualtieri e Calenda), Michetti ha il vantaggio di poter contare - almeno sulla carta - su tutto il bacino elettorale del centrodestra. «Saprà mobilitare l'elettorato uno sconosciuto come Michetti?», era il quesito che si poneva Salvini sino a qualche giorno fa. Poi l'incontro tra i due, ma soprattutto la consapevolezza che è a Roma che la coalizione ha la più alta possibilità di vincere e che un eventuale insuccesso non sarà ascrivibile alla Lega.

 

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