Vaccino a Roma, caos nelle case di riposo: «Niente dosi agli over 80»

Vaccino a Roma, caos nelle case di riposo: «Niente dosi agli over 80»
Vaccino a Roma, caos nelle case di riposo: «Niente dosi agli over 80»
di Alessia Marani
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Martedì 30 Marzo 2021, 00:22

Pazienti tutti over 80 e operatori della case di riposo non ancora vaccinati. Scoppia il caso ai Castelli Romani dove in una struttura, Villa Bruna di Velletri, in pieno marzo si sono contagiate 19 persone, di cui due finite ricoverate all’ospedale dei Castelli di Ariccia con la polmonite interstiziale da Covid. Un focolaio esploso in pieno marzo e che, a detta dei familiari dei degenti che hanno già presentato un esposto ai carabinieri, dunque, con la campagna vaccinale avviata, poteva essere evitato. Non solo. Anche a Villa Vittoria, altra casa di riposo che ospita una decina di anziani, qualcuno ultranovantenne, sempre a Velletri, da dicembre si attendono invano i vaccini, nonostante la campagna di immunizzazione per gli over 80 sia partita da tempo e in buona progressione nel Lazio anche rispetto al resto dell’Italia. 

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LA DENUNCIA

Mentre le Rsa, residenze sanitarie assistenziali sono entrate a pieno regime nel circuito delle Asl per la loro caratteristica di dovere prestare assistenza sanitaria ai pazienti non autosufficienti, le case di riposo che operano in virtù di autorizzazioni comunali, invece, rischiano gravi ritardi e disagi.

Solamente nella zona dei Castelli le case di riposo sono circa duecento. Che possono valere la differenza tra la vita e la morte. «Mia mamma è ospite di Villa Vittoria - spiega l’avvocato Roberta Feliziani che ieri ha incontrato i referenti della protezione civile locale e stamattina andrà a depositare un altro esposto nella caserma di Velletri - ha più di ottanta anni e ancora non è stata vaccinata. Chi vive nell’ambito di una comunità è a maggiore rischio di contagio e dovrebbe avere una priorità nella immunizzazione, invece, questi anziani particolarmente fragili stanno ancora aspettando con l’incubo che il virus entri nei loro luoghi e faccia nuove stragi». L’avvocato Feliziani ha parlato a lungo con la proprietà della struttura. «So che hanno fatto di tutto secondo i protocolli, che hanno scritto più volte alle autorità competenti, inviando continui solleciti ma ancora i vaccini non arrivano. Stessa problematica riguarda anche altre due strutture, Villa Barbara e Villa Sofia», dice. Delle fiale nemmeno l’ombra, in compenso nelle strutture si continuano a fare i tamponi ogni due settimane per verificare la presenza di positivi, una procedura di prevenzione d’obbligo e che va fatta anche dopo le vaccinazioni. Ma i tamponi non bloccano il virus. «Finora - spiega ancora l’avvocato Feliziani - anche tra gli operatori gli unici a essere stati vaccinati sono coloro che risultano avere un rapporto di lavoro anche con la Asl e dunque, solo per un caso, sono stati inseriti fin dall’inizio nella campagna vaccinale». Nella corrispondenza sono stati interpellati la Asl 6, ma anche l’Avatar il servizio che dovrebbe assicurare le vaccinazioni al personale sanitario e l’assessorato regionale alla Sanità. A Villa Bruna sono risultati positivi sia operatori che ospiti.

I FISIOTERAPISTI

E c’è un altro caso di mancate vaccinazioni che rischia di minare la lotto al Covid-19 nel Lazio: quella dei circa 3mila fisioterapisti che si sono iscritti nelle liste regionali e che forniscono assistenza a circa 50mila pazienti fragili, molti dei quali proprio nelle case di riposo. Anche loro hanno dato l’adesione alla vaccinazione anti Sars-Cov-2, «ma a oggi, purtroppo - sottolineano il presidente dell’Ordine Tsrm Pstrp di Roma e provincia, Claudio Dal Pont, e la presidente della Commissione d’Albo dei Fisioterapisti di Roma e provincia, Maria Rita Molinari - abbiamo numerosissime segnalazioni, e continuiamo a ricevere giornalmente e-mail dei fisioterapisti iscritti, liberi professionisti e dipendenti che reclamano di non essere stati nemmeno contattati per un appuntamento».
 

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