Covid Lazio, vaccini antinfluenzali fermati alla dogana: «Non sono sicuri»

Covid Lazio, vaccini antinfluenzali fermati in dogana: «Non sono sicuri»
Covid Lazio, vaccini antinfluenzali fermati in dogana: «Non sono sicuri»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 21 Novembre 2020, 22:43 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 13:58

Se decine di migliaia di romani non hanno ancora ricevuto il vaccino antinfluenzale è perché un grosso lotto d’importazione è stato bocciato ai controlli di qualità. La partita della ditta Sanofi è stata bloccata prima che arrivasse in Italia (e quindi alle Asl di Roma), dopo le verifiche di sicurezza dell’Agenzia del farmaco francese. Non è l’unico rovescio che ingolfa la macchina delle vaccinazioni nel Lazio: per un’altra partita di antinfluenzale, da 1,4 milioni di dosi, la Regione ha deciso di chiedere la messa in mora del colosso che li produce: non hanno rispettato i tempi, è l’accusa dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Bocciature e ritardi stanno costringendo i medici di base, da un mese, a cancellare gli appuntamenti e a dover razionare le pochissime scorte ancora a disposizione, scegliendo chi vaccinare e chi no anche tra gli anziani e le altre categorie a rischio. «Ma tanti colleghi – racconta Andrea Beccari, dottore di famiglia a Centocelle - si rifiutano di dover operare scelte così selettive».

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L’ultimo inciampo nella corsa ai rifornimenti dell’antinfluenzale è raccontato da un documento riservato che l’Asl Roma 2 ha scritto il 19 novembre. È firmato dal coordinatore dell’Area Farmaco, Gerardo Miceli Sopo.

La francese «Sanofi», una delle grandi ditte che si è aggiudicata le forniture nel Lazio, «ha dichiarato di aver avuto il blocco di un grosso lotto di importazione del vaccino Vaxigrip, che non ha superato i controlli». Ecco perché, scrive Miceli Sopo, sono state consegnate «6mila dosi delle 61mila ordinate». Ne mancano 55mila. Solo nell’Asl Roma 2. In generale, ammette il dirigente, «la fornitura dei vaccini antinfluenzali sta subendo notevoli ritardi da parte delle ditte che nelle ultime settimane non sono riuscite a rispettare né la quantità né i tempi di consegna degli ordini di vaccini e questo ha causato diversi ritardi nella distribuzione delle dosi». 

«Siamo in una situazione imbarazzante», ha scritto in una lettera ai propri iscritti la Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale. «In alcune Asl siamo riusciti a deviare piccole scorte vaccinali destinate ad altri scopi ma le quantità non permettono di assolvere appieno al nostro obiettivo». Per la federazione dei medici di base, ora serve «un rattoppo ad una campagna vaccinale ormai allo sbando», nonostante «lo spirito di servizio che ci sta contraddistinguendo e che ha permesso attualmente di vaccinare un milione di cittadini». Gli ambulatori di base sono in allarme. «Nella lettera della Asl Roma 2 – riprende Beccari dal suo studio a Centocelle - vengono messe nero su bianco le mancanze di questa campagna. Scaricano la colpa sulle aziende, ma cosa si aspettavano? Questo ci deve essere d’esempio per il vaccino anti-Covid, quando arriverà».

L’azione legale

L’assessore alla Sanità D’Amato conferma che il lotto è stato bloccato dopo i «controlli di qualità dell’agenzia del farmaco francese. Sono verifiche standard sui vaccini, per avere l’assoluta sicurezza delle dosi, a garanzia degli utenti». Controlli che in questo caso non sono andati a buon fine, rallentando ulteriormente i tempi di consegna. «Il vero tema è questo, i ritardi nelle forniture – sostiene D’Amato – Per colpa di una richiesta triplicata a livello mondiale, non stanno rispettando i tempi. Per questo abbiamo deciso di chiedere la messa in mora di un grande gruppo, Sanofi Pasteur: hanno vinto la gara per 1.4 milioni di dosi ma ne hanno consegnate ad oggi circa 900 mila». Il saldo negativo è di mezzo milione, solo per questo lotto. La Centrale regionale degli acquisti, conclude l’assessore alla Sanità di Zingaretti, ha già avviato le pratiche per l’azione legale.

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