Andare a scovare in non vaccinati fin dentro i reparti e immunizzarli prima che lascino l’ospedale. È questo il nuovo piano della Regione che giorni fa ha inviato una circolare alle aziende ospedaliere caldeggiandole a somministrare i sieri ai pazienti no covid in dimissione. Ovviamente nessun obbligo perché il processo di immunizzazione contro il Coronavirus resta una libera scelta ma si punta in questo modo a raggiungere un duplice obiettivo: in primis scovare i refrattari che in ospedale ci sono finiti non per il virus ma magari per interventi programmati o urgenze di altra natura e metterli così al riparto prima del loro rientro a casa. E poi garantire la seconda dose a chi, ad esempio, è stato costretto ad essere ricoverato in ospedale per un male improvviso avendo però una prenotazione già calendarizzata negli hub o negli studi dei medici di famiglia che sarebbe dunque saltata per causa di forza maggiore e avrebbe dovuto essere riprogrammata.
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Tecnicamente già dall’avvio della campagna vaccinale gli ospedali fungevano da centri “vaccinali” soprattutto per i pazienti cosiddetti “fragili” anziani over 90 trasferiti dalle Residenze sanitarie assistenziali.
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Nuovi casi
Che oggi sono arrivate a 6.314.817 (dato di ieri alle ore 19) con l’assessore d’Amato che di fronte all’impennata di contagi, a ieri 4102 casi, ha detto: «Meno male che abbiamo un alto tasso di copertura vaccinale, altrimenti gli effetti dei festeggiamenti li avremmo pagati salati. Non oso pensare a cosa sarebbe potuto succedere se il calo di tensione era accompagnato a una bassa copertura vaccinale. La vaccinazione completa previene il ricovero in terapia intensiva del 97% e i decessi del 95% secondo i dati dell’Iss».
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