Si reca come regolarmente prescritto all’hub vaccinale per sottoporsi alla seconda dose di Pfizer, il vaccino le viene somministrato senza problemi, ma poi, quando è il momento di ricevere il foglio con la registrazione dell’avvenuta iniezione, ecco la sorpresa tra lo stupore e un certo imbarazzo degli operatori che l’hanno guardata con sospetto: «Signora ma lei aveva già fatto due dosi, una con Astrazeneca dal suo medico di famiglia, perché non ce lo ha detto!». Eva Benini, moglie di Andrea Cangini, giornalista e senatore della Repubblica italiana, trasecola. «Io? Ma che dite? C’è un errore». Più che un errore, un pasticcio, con lo spettro che i dati in possesso all’hub vaccinale di viale dell’Università siano stati alterati o manomessi dagli hacker protagonisti dell’attacco alla rete informatica regionale di due settimane fa. Soprattutto, non sarebbe l’unico caso. Intanto per la donna niente Green pass.
L’IMBARAZZO
I fatti. Eva mostra il foglio della prima dose effettuata il 13 luglio scorso con la raccomandazione di presentarsi per la seconda il 13 agosto. Sono appuntati anche l’orario e il lotto dell’antidoto. «Mai fatto un altro vaccino dal medico di famiglia, oltretutto di un altro tipo», incalza davanti agli operatori. Che a loro volta stampano e le consegnano un altro documento in cui si afferma che «sulla base delle registrazioni nel sistema informativo Anagrafe Vaccinale della Regione Lazio dall’operatore 43726 il 22/07/2021 alle ore 19,30 la signora Eva Benini è stata vaccinata il giorno 2 giugno 2021 in Roma 1 distretto 2 con somministrazione nel deltoide sinistro di Astrazeneca».
Risultato? Niente Green pass, impossibile rilasciarlo finché il rebus non sarà chiarito.
DARK WEB
Due settimane fa l’attacco dei pirati informatici alla rete della Regione Lazio. Un danno enorme, con tutto il sistema spento per giorni per evitare una ulteriore propagazione del virus a più livelli, fino a compromettere i dati degli utenti (vale a dire dei cittadini). Il primo servizio a essere stato rimesso in piedi, nel frattempo, è stato proprio quello della anagrafe vaccinale. Ma, stando alle indagini, gli hacker potrebbero avere già immesso nel dark web informazioni sensibili. La Regione, tuttavia, ha più volte affermato che i dati degli utenti sono «in salvo». Ora bisogna capire se ne siano stati immessi di falsi o erronei.
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