Vaccini Lazio, effetto hacker: caos sulle seconde dosi e addio Green pass

Vaccini Lazio, effetto hacker: caos sulle seconde dosi e addio Green pass
Vaccini Lazio, effetto hacker: caos sulle seconde dosi e addio Green pass
di Alessia Marani
5 Minuti di Lettura
Sabato 14 Agosto 2021, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 11:53

Si reca come regolarmente prescritto all’hub vaccinale per sottoporsi alla seconda dose di Pfizer, il vaccino le viene somministrato senza problemi, ma poi, quando è il momento di ricevere il foglio con la registrazione dell’avvenuta iniezione, ecco la sorpresa tra lo stupore e un certo imbarazzo degli operatori che l’hanno guardata con sospetto: «Signora ma lei aveva già fatto due dosi, una con Astrazeneca dal suo medico di famiglia, perché non ce lo ha detto!». Eva Benini, moglie di Andrea Cangini, giornalista e senatore della Repubblica italiana, trasecola. «Io? Ma che dite? C’è un errore». Più che un errore, un pasticcio, con lo spettro che i dati in possesso all’hub vaccinale di viale dell’Università siano stati alterati o manomessi dagli hacker protagonisti dell’attacco alla rete informatica regionale di due settimane fa. Soprattutto, non sarebbe l’unico caso. Intanto per la donna niente Green pass.

 


L’IMBARAZZO
I fatti. Eva mostra il foglio della prima dose effettuata il 13 luglio scorso con la raccomandazione di presentarsi per la seconda il 13 agosto. Sono appuntati anche l’orario e il lotto dell’antidoto. «Mai fatto un altro vaccino dal medico di famiglia, oltretutto di un altro tipo», incalza davanti agli operatori. Che a loro volta stampano e le consegnano un altro documento in cui si afferma che «sulla base delle registrazioni nel sistema informativo Anagrafe Vaccinale della Regione Lazio dall’operatore 43726 il 22/07/2021 alle ore 19,30 la signora Eva Benini è stata vaccinata il giorno 2 giugno 2021 in Roma 1 distretto 2 con somministrazione nel deltoide sinistro di Astrazeneca».

 

 
Risultato? Niente Green pass, impossibile rilasciarlo finché il rebus non sarà chiarito.

Scaduto ormai pure quello rilasciato precedentemente. Nel frattempo il medico di base della donna, Salvatore D’Angelo, richiamato dalle ferie, ha stilato una dichiarazione scritta in cui assicura di non avere mai effettuato il vaccino alla sua assistita. «Credo che non sia un caso isolato - spiega Cangini, parlamentare di Forza Italia, già direttore del Qn e Il resto del Carlino - Venerdì ho accompagnato mia moglie all’hub, ma controllando al terminale è venuta fuori questa singolare circostanza. L’hanno anche guardata male, seppure sempre proponendosi con gentilezza. C’era imbarazzo, qualcuno avrà creduto davvero che mia moglie avesse fatto tre dosi di vaccino non tradendo una certa preoccupazione dal punto di vista clinico. Abbiamo dovuto chiamare il nostro medico che era in ferie al mare e ora abbiamo rigirato la sua “certificazione” alla Regione in attesa che si sbrogli questa matassa. Domani (oggi, ndr) - continua - partiremo per la montagna, speriamo che in albergo e negli altri luoghi non ci facciano storie. Ma non è questo il punto. Lo stesso medico di famiglia era incredulo e la vicenda non si spiega se non con un corto circuito digitale. Il dubbio è che i dati vaccinali degli utenti del Lazio siano stati artefatti. Il parlamento è chiuso, altrimenti sarebbe stata materia di una interrogazione urgente».


DARK WEB
Due settimane fa l’attacco dei pirati informatici alla rete della Regione Lazio. Un danno enorme, con tutto il sistema spento per giorni per evitare una ulteriore propagazione del virus a più livelli, fino a compromettere i dati degli utenti (vale a dire dei cittadini). Il primo servizio a essere stato rimesso in piedi, nel frattempo, è stato proprio quello della anagrafe vaccinale. Ma, stando alle indagini, gli hacker potrebbero avere già immesso nel dark web informazioni sensibili. La Regione, tuttavia, ha più volte affermato che i dati degli utenti sono «in salvo». Ora bisogna capire se ne siano stati immessi di falsi o erronei. 
 

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