Uccise la compagna facendola a pezzi in Bulgaria: preso nella villa a Ladispoli

Uccise l'amica in Bulgaria: preso nella villa a Ladispoli
Uccise l'amica in Bulgaria: preso nella villa a Ladispoli
di Emanuele Rossi
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Sabato 14 Novembre 2020, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 01:13

Braccato da carabinieri in divisa e in borghese ha cercato di intrufolarsi in un armadietto del bagno. Il killer bulgaro, detto “Il Lupo”, ha poi alzato le mani arrendendosi. Si è conclusa a Ladispoli la latitanza del 36enne Lybomir Lozamov Krasimirov, accusato di aver ammazzato e fatto a pezzi lo scorso gennaio un’amica di famiglia nel villaggio Kopanitsa a Radomir, nel sud ovest della Bulgaria. I militari della stazione locale, coordinati dalla compagnia di Civitavecchia, lo sono andati a prendere nel suo nascondiglio con vista sul mare, in via Regina Elena, in un appartamento di fronte a chioschi e stabilimenti balneari.

Insospettabile

Insospettabile, “Il Lupo” conduceva la propria vita regolarmente, in modo saltuario riusciva anche ad ottenere qualche lavoretto nell’edilizia, in nero. Lavorava, portava i soldi a casa. Come ricostruito dagli investigatori, era “ospite” di una sua amica d’infanzia, una badante in servizio a Roma, e del compagno, già noto alle forze dell’ordine per vari reati.

Entrambi, increduli quando i militari hanno fatto irruzione a casa loro, hanno risposto di non sapere che Lybomir Lozamov fosse l’omicida di Antonia Gervazieva Ventsislavova, 30enne, uccisa brutalmente ed il cui cadavere occultato in quaranta parti all’interno di una valigia rinvenuta solo due settimane fa in un bosco della regione Pernik.

Forse però l’assassino indiziato numero uno era già a Ladispoli da parecchio tempo ed è ciò che ha sconvolto ancor di più la comunità ladispolana. Nessun sospetto. I commercianti, i vicini di casa, i titolari degli stabilimenti. Nessuno poteva sospettare chi fosse e cosa avesse fatto quell’uomo arrivato dall’Est.

Una rissa

Eppure quell’uomo non è stato “invisibile”. Avvolgendo il nastro al 7 gennaio 2020 giornali e tg in Bulgaria danno la notizia della scomparsa di Antonia Gervazieva. Secondo notizie acquisite dagli inquirenti della procura distrettuale di Pernik, la donna sarebbe stata strangolata e poi massacrata da Lozamov (un movente in realtà ancora tutto da chiarire), che a sua volta avrebbe rivelato il feroce crimine al padre. I due senza esitazione avrebbero nascosto il corpo. Il figlio fugge e raggiunge l’Italia forse già a metà gennaio. Di lui però si perdono le tracce.

A tutti gli effetti diventa un ricercato e destinatario di un mandato di arresto europeo per i reati pesanti di omicidio e vilipendio di cadavere. Fino ad arrivare ad agosto quando Lozamov casualmente viene sottoposto ad un controllo per via di una lite in un’abitazione. Ci sono delle altre persone e lui si nasconde sotto al letto. In quell’occasione viene schedato e per “Il Lupo” le cose si mettono male. Comincia l’inizio della sua fine.

I controlli

I carabinieri di via Livorno scoprono il motivo per cui la Direzione Centrale di Polizia Criminale lo stia cercando da tempo e segnalano la sua presenza nel territorio di Ladispoli. Intanto il padre, messo alle strette, confessa alla polizia e viene arrestato nella località dell’Est. Giorni dopo, il 26 ottobre scorso, il ritrovamento della donna confermato anche dai campioni di Dna prelevati sul corpo. I carabinieri ladispolani vengono informati e organizzano l’operazione. Appostamenti e pedinamenti in un luogo non facile, perché il lungomare centrale è pieno di pedoni e ciclisti. Alla fine però scatta il blitz e Lozamov viene acciuffato e condotto nel carcere di Rieti a disposizione dell’Autorità giudiziaria e in attesa di una probabile estradizione per essere processato in Bulgaria.

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