Roma, spiagge libere: nessun tracciamento anti virus, si rischiano nuovi focolai

Roma, spiagge libere: nessun tracciamento anti virus, si rischiano nuovi focolai
Roma, spiagge libere: nessun tracciamento anti virus, si rischiano nuovi focolai
di Mirko Polisano
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Sabato 30 Maggio 2020, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 11:49

È partita tutta in salita la stagione balneare a Ostia. L’estate 2020, iniziata ieri sul litorale romano, è cominciata tra raffiche di vento, caos amministrativo - con l’ordinanza firmata nella notte dalla sindaca Raggi che si sovrappone a quella del X Municipio - e arenili liberi dove sarà alto il rischio di trasformarsi in veri focolai. L’emergenza coronavirus ha peggiorato una situazione già difficile a Ostia, dando il colpo di grazia all’amministrazione locale che già in passato ha di arrancare su quelli che sono i tempi caldi legati alla balneazione: bagnini, pulizia e servizi igienici. L’epidemia rischia, però, di essere un ulteriore problema per il Campidoglio. Nessun tracciamento è previsto sulle spiagge libere gestite dal Comune di Roma. Mentre negli stabilimenti balneari, i titolari degli impianti sono tenuti per legge a prendere nominativi dei clienti e a misurare loro la temperatura, nulla di tutto questo è previsto. Gli steward, dipendenti di un istituto di vigilanza privata, non prenderanno i nomi all’ingresso dei bagnanti (anche perché non hanno titoli, né autorizzazioni per poterlo fare), né la temperatura corporea.

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Chi garantisce la salute pubblica sulle spiagge libere di Roma? Senza considerare che la security, maglia azzurra e tablet alla mano per aggiornare le posizioni disponibili on line, termina il suo lavoro alle 16.30. Da quell’ora in poi chiunque potrà accedere agli arenili senza nessun filtro e ulteriore controllo. A deciderlo, in questo caso, è stato il X Municipio. Già perché l’ordinanza della sindaca sul tema accessi alle spiagge libere rimanda a una delibera di giunta del Municipio firmata il 26 maggio scorso ma che , però, non è stata ancora ufficialmente pubblicata, questione che potrebbe creare anche «qualche problema di legittimità ed efficacia dell’ordinanza Raggi», fa presente l’opposizione di Ostia. Nel caos amministrativo - tra uffici, protocolli e carte bollate - alcuni numeri non tornano. Il Campidoglio è stato chiaro: «Sei persone per ogni piazzola allestita», cinque per il Municipio. «Ma vanno bene anche sei», ha fatto sapere l’assessore all’ambiente del X Municipio.
 

 
 

Al mare gli spazi potranno essere condivisi con gli estranei. Le spiagge libere sono state divise in aree da 25 mq identificate da paline rosse o bianche. In ogni spazio potranno accomodarsi da 1 a massimo 6 persone, ma non dovranno necessariamente conoscersi. Nel caso tutte le aree fossero occupate infatti, lo steward proporrà di condividere degli spazi dove ci sono ancora posti liberi. Nel primo giorno di mare, rovinato però dal maltempo, le spiagge libere si sono presentate impreparate. In molte non sono state nemmeno posizionate le paline segnaposto - che segnalano le “piazzole” per i bagnanti- e delle passerelle. Disposizioni indicate dall’ordinanza comunale. «Verranno posizionate presto», assicurano dal Municipio X.

A essere sprovviste anche gli arenili dei Cancelli di Castel Porziano e quelle di Capocotta. Per facilitare il controllo degli ingressi e delle uscite, ogni spiaggia avrà un solo varco di accesso. A complicare le cose anche il caso dell’app che non esiste: Seapass - il Mare di Roma, che segnala in tempo reale (grazie ai dati forniti dagli steward) la disponibilità di posti sulle spiagge divise per nomi o colori è in realtà un sito web che al momento segnala solo l’affluenza al mare. Sono vuote le pagine Regolamento, Informazioni utili e Parcheggi. «Vi chiediamo solo un po’ di pazienza per i contenuti che arriveranno prestissimo!», si legge sul sito. Gli assistenti bagnanti dovranno essere dotati di full mask (maschera intera verticale con boccaglio sopra la testa ) di baywatch e di pallone ambu, mentre vigilantes «armati» - come annunciati dal consigliere Ferrara - vigileranno di notte sui quad per vietare fiaccole e canzoni al chiaro di luna.

 
 
 
 
 

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