Roma, 13enne si lancia dal terzo piano dopo una lite in casa per i compiti: è grave

Roma, 13enne si lancia dal terzo piano dopo una lite in casa per i compiti: è grave
Roma, 13enne si lancia dal terzo piano dopo una lite in casa per i compiti: è grave
di Alessia Marani
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Martedì 1 Giugno 2021, 22:49 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 18:51

La lite sulla scuola, quei compiti che doveva fare o che, forse, non avrebbe svolto come dovuto. A quattordici anni ancora da compiere anche le difficoltà più piccole possono sembrare per un adolescente guai giganteschi e un battibecco con i genitori diventare un ostacolo apparentemente insormontabile. Nella testa di un ragazzino può, allora, balenare di tutto, anche l’idea nera di un gesto fulmineo, quasi punitivo per mamma e papà, come il lanciarsi giù da un balcone. È successo ieri mattina in via Belsiana, nel dedalo delle vie dello shopping ai piedi della scalinata di Trinità de’ Monti.

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E a impedire che Marco (è un nome di fantasia) perdesse la vita nell’impatto con il suolo dopo un volo dal terzo piano, molto probabilmente è stata la moto da enduro, una Honda Crf che Giuseppe, il camiciaio all’angolo con vicolo del Lupo per la prima volta in vita sua ieri mattina aveva preso in prestito dal figlio per recarsi al lavoro: «Vengo sempre con i mezzi pubblici, ma questa mattina non so perché mi sono sentito di prendere la motocicletta - racconta portandosi le mani sulla testa, gli occhi lucidi per l’emozione - non è una due ruote qualunque, è fatta per il motocross e ha una scocca e degli ammortizzatori speciali.

Volesse il cielo che davvero possa salvare quel bambino. Siamo tutti scioccati». Mentre parla e osserva il fanalino rosso spezzato della moto sui sampietrini, Giuseppe trema. Fino a poco fa, prima che i carabinieri di Roma Centro vi gettassero sopra della segatura, lì accanto c’era ancora la chiazza del sangue del tredicenne. Una scena sotto i suoi occhi che non dimenticherà mai. 

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Il dramma è avvenuto intorno alle 10,45. Marco era ancora in pigiama, da quanto ricostruito finora, avrebbe avuto una discussione con i genitori, una delle tante tra padri, madri e figli, per motivi di studio. Il ragazzino frequenta la terza media e forse ieri era apparso un po’ svogliato. «Hai fatto o non hai fatto i compiti?», il rimbrotto dei genitori. Marco si sente offeso, va nella sua stanza e da una finestra su un balconcino raggiunge la terrazza del piano, che è anche l’ultimo della palazzina. Improvvisamente si butta di sotto. «È come se si fosse tuffato - spiega Elisabetta una delle testimoni - lo schianto non è avvenuto in parallelo perché il corpo è rimbalzato prima sulla tettoia poi su quella moto rossa». 

LE URLA
I carabinieri stanno acquisendo anche le registrazioni delle numerose telecamere dei negozi e degli edifici di zona. «Quel ragazzino aveva la testa ferita, il naso sanguinava copiosamente ma era cosciente - aggiunge la donna - chiedeva “perché l’ho fatto”. Mi si stringe il cuore, sono sconvolta». I primi ad accorrere sono stati proprio i genitori. L’ingresos del loro palazzo dà su via della Croce, hanno girato l’angolo e Marco era a terra. La mamma era anche lei in pigiama, ancora scalza. «Tesoro sono qui, la senti la mia voce, non chiudere gli occhi, ora arrivano i soccorsi», gli urlavatenendolo costantemente vigile. Il bambino è stato portato al Bambino Gesù dove è stato intubato e sedato. Si trova nella terapia intensiva e la prognosi dei medici resta riservata. «Abbiamo parlato con una dottoressa che conosciamo dell’ospedale - spiegano i commercianti della via - e ci ha detto che, sebbene sia intubato e abbia diverse fratture, non dovrebbe avere riportato traumi al collo o alla spina dorsale. Ora confidiamo nel miracolo».
 

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