Abusi sessuali su un 18enne, poi le scuse per sms: pasticcere a giudizio

Abusi sessuali su un 18enne, poi le scuse per sms: pasticcere a giudizio
Abusi sessuali su un 18enne, poi le scuse per sms: pasticcere a giudizio
di Michele Galvani
3 Minuti di Lettura
Domenica 17 Gennaio 2021, 00:30

Ha portato un ragazzo di 18 anni appena compiuti nel retro del suo negozio con una scusa. Poi lo ha baciato e toccato ovunque. E ha cercato di avere un rapporto, senza riuscirci. Un pasticcere di Roma è stato rinviato a giudizio dal giudice Alessandro Arturi perché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso dopo aver fatto entrare il giovane nel laboratorio con la scusa di necessitare aiuto per spostare dei pacchi, con violenza lo costringeva a subire atti sessuali”.

L’uomo, se condannato, rischia 6 anni di carcere: i fatti risalgono a circa cinque anni fa ma se ne è venuto a conoscenza solo oggi perché la battaglia della famiglia della vittima è stata lunga. In pochi credevano alla sua versione dei fatti.

La storia

La denuncia presentata ai carabinieri risale all’8 dicembre 2015: a quei tempi Federico (il nome è di fantasia), 18 anni e 2 mesi per l’esattezza, abitava nella zona della pasticceria gestita da L. C., 50 anni, a Cinecittà: i due si conoscevano di vista. Per questo quel giorno, il ragazzo si fidò dell’uomo e decise di entrare nella pasticceria per dargli una mano a spostare dei cartoni pesanti. Ma qualcosa andò storto. Scrive il giudice: “L. C. approfittando del suo sbalordimento, costringeva il ragazzo a subire atti sessuali, bloccandogli le gambe, baciandolo in bocca, accarezzandogli il petto, cercando un rapporto... senza tuttavia riuscire a consumarlo per l’arrivo all’interno di una pasticceria di un cliente.

Con l’aggravante di avere approfittato di circostanze di luogo (riparato e di proprietà dell’indagato) e persona (appena maggiorenne) tale da ostacolare la privata difesa”. La vittima, tornata a casa, sotto choc, decide di raccontare tutto alla madre e alla sorella. Scatta la denuncia alla vicina stazione dei carabinieri ma, stando al racconto della famiglia, «i militari credono più a un rapporto consenziente che a una vera e propria violenza». Il ragazzo non molla, la denuncia arriva fino in procura e da lì scattano nuove indagini. Federico, difeso dall’avvocato Marco Macchia, chiede di controllare i messaggi nei telefonini. Effettivamente, il giorno dopo la violenza, il pasticcere gli aveva mandato un messaggio di questo tenore: «Scusa, forse sono stato troppo violento». 

L’indagine

Il pasticcere, sposato, con figli, in questi anni ha continuato ad esercitare la sua professione nel medesimo negozio. La mamma del ragazzo è rimasta a vivere in zona, mentre Federico è andato a lavorare lontano. La famiglia ha cercato di mantenere il massimo riserbo su una vicenda che li ha travolti e consumati. La vittima ancora ricorda quei momenti fatti di lacrime e disperazione. Le indagini sono state lunghe e il processo è stato fissato, causa Covid, al 13 aprile 2021. «Sono soddisfatto per il rinvio a giudizio - commenta l’avvocato difensore Macchia - questa è una vicenda terribile che ha segnato la vita di un ragazzo». L’accusato non ha ancora ufficialmente fornito una sua versione dei fatti: potrebbe ipotizzare un rapporto consenziente o addirittura mai esistito, cosa alquanto improbabile considerando i tabulati telefonici.

 

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