Henok non voleva uscire di casa mercoledì sera, se ne voleva stare seduto come sempre davanti al pc in camera sua, a studiare per il suo futuro da imprenditore. Ma poi si è convinto a passare la serata con gli amici di sempre, quelli che ormai vedeva di meno da quando si era trasferito all’università a Londra, del resto era il compleanno di uno di loro. Pure il papà e la mamma lo avevano esortato: «Dai per una sera ti distrai un po’».
Ma il destino non ha avuto pietà per questo ragazzo di 22 anni, Henok Girmay Gebrearegawi, studente modello, nato a Roma da immigrati etiopi: alle 4 del mattino la Mercedes Classe B di proprietà dei suoi genitori, ma guidata dall’amico Osama, algerino di 26 anni, si è schiantata contro un palo di cemento sul lungotevere Aventino, all’altezza di Ponte Palatino.
Incidente sul lungotevere, muore studente di 22 anni
Un impatto a folle velocità, secondo una prima ricostruzione, che a lui, che era seduto sul sedile posteriore sul lato destro dell’auto, non ha lasciato scampo.
I vigili urbani del XIII Gruppo Aurelio stanno lavorando senza sosta per mettere assieme tutti gli elementi necessari ad avere un quadro il più possibile nitido della vicenda. Tutto porta a escludere il coinvolgimento di altri veicoli. La Classe B che, aveva appena lasciato Testaccio, quartiere dove la comitiva aveva brindato al compleanno dell’amico, avrebbe fatto tutto da sola, il 26enne, per cause ancora da accertare, avrebbe perso improvvisamente il controllo volando letteralmente sull’asfalto.
I TELEFONINI
Gli agenti, in attesa dell’esito degli esami ospedalieri e dell’autopsia di Henok, hanno sequestrato, oltre all’auto, anche i cellulari di tutti i ragazzi. Vogliono capire se al momento dello schianto Osama o altri stessero usando il telefono, magari girando dei video o scattando selfie. Gli inquirenti stanno, inoltre, acquisendo le immagini registrate dalle numerose telecamere posizionate sul lungotevere e lungo il percorso seguito dai ragazzi. Maggiore chiarezza si potrà avere non appena le condizioni sanitarie rendano possibile agli agenti di potere sentire le testimonianze dei tre giovani coinvolti.
Gli amici che erano alla festa con loro, in ospedale, giurano che «nessuno di noi era ubriaco», per cui non si esclude nemmeno un malore, un colpo di sonno oppure una distrazione per cui la Classe B, per evitare l’impatto con il cordolo di cemento che separa la corsia del lungotevere dall’immissione su Ponte Palatino, abbia paurosamente sbandato all’ultimo istante sulla destra. Ulteriori sopralluoghi e calcoli, anche i 3d, serviranno a focalizzare la velocità a cui viaggiava la Mercedes. Per consentire i rilievi di rito sono sopraggiunti anche i caschi bianchi del Gruppo Trevi che hanno provveduto a chiudere la strada e a deviare la circolazione nel tratto tra via di Santa Maria in Cosmedin e la zona del Ponte Palatino, con ripercussioni e rallentamenti nell’intero quadrante. Intanto, il complesso di palazzine popolari di via di Rocca Cencia dove Henok, Osama e Nicolas erano cresciuti, si è vestito a lutto. Il via vai di parenti e amici è incessante nell’abitazione del 22enne. Tutti lo ricordano come un giovane «intelligente e bene educato».
La zia Meressa non si dà pace: «Henok non usciva mai e nemmeno beveva». L’altra notte, però, forse si è lasciato trasportare e ha bevuto un po’ oppure più semplicemente si sentiva stanco e ha lasciato il volante all’amico più grande. Poi lo schianto e la morte.