Roma, la giornalista Rai vittima del vicino stalker: «Animali sgozzati e serrature chiuse con la colla, abbiamo dovuto vendere casa»

Roma, la giornalista Rai vittima del vicino stalker: «Animali sgozzati e serrature chiuse con la colla, abbiamo dovuto vendere casa»
di Karen Leonardi
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Venerdì 1 Aprile 2022, 07:14 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 12:40

Ha trovato le oche e le galline sgozzate. Le serrature chiuse con il mastice. I tombini occlusi con il cemento. Il pozzo svuotato. Non basta: ha subito minacce di morte, pedinamenti, intimidazioni. Tutto per mano di una persona, un vicino di casa nelle campagne di Velletri, colpevole per sua stessa ammissione di ogni genere di angheria e sopruso. È una storia da film, ma è successa davvero: da quasi vent'anni una famiglia per bene è costretta a vivere nell'incubo di uno stalker a tempo pieno. Di più: un persecutore seriale, un maniaco. Vittima dell'incredibile vicenda è Paola Scaramozzino, giornalista Rai da poco in pensione, ex Tg3 ed ex Rainews, che negli anni Novanta decise di trasferirsi ai Castelli Romani, in armonia con la natura e con le persone a lei care. Lei, il marito, la figlia, gli amati animali.
Un progetto di vita che non rinnega ma che, adesso, le è diventato impossibile proseguire. È lei stessa a raccontare fin dall'inizio il calvario che, dopo due decenni e 33 denunce, l'ha portata a un gesto sofferto: la vendita della sua villa, sulla via Appia, a sud di Velletri. Una decisione dolorosissima, rinunciare al regalo dei genitori per farla vivere felice con la sua famiglia.

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LA RABBIA
«Mi sento usurpata - racconta Paola - violentata nella mia persona. È la mia casa. Ho l'ansia quando entro nella strada perché non so mai cosa mi aspetta. Ho sempre il cellulare in una mano. Il 112 arriva subito quando lo chiamo. Mi conoscono i carabinieri, la polizia municipale, tutti, ma non ho scelta: la vendo in cambio della serenità». Ecco le sue parole per descrivere l'incubo fin dall'inizio: «È iniziato nel 2003 alla morte di mio padre. Un vicino mai visto prima perché viveva all'estero ha strappato i manifesti a lutto posti sul nostro cancello. È stato il primo segno, siamo rimasti increduli».
Poi un'escalation di avvertimenti. Minacce e aggressioni vanno avanti negli anni, nonostante le denunce e querele presentate ai carabinieri della compagnia di Velletri e «derubricate dalla Procura di Velletri - spiega la vittima - a semplici liti di vicinato». La serratura del cancello danneggiata con l'attack, la griglia di ferro dello scolo delle acque cementata, le grondaie otturate. «Vi sparo, vi sparo». Fino a che arriva il peggio. «Ancora me la ricordo la scampanellata al cancello - prosegue Paola - di una domenica mattina: Devi togliere le galline e le oche. E io ingenua: Perché ti danno fastidio? Sei a 500 metri dalla mia casa. Decine di denunce sue e alla fine arriva a casa mia il direttore della Asl, il 113 e la polizia municipale per vedere l'allevamento di polli abusivo. Giunte scuse ufficiali da parte del dirigente dell'Azienda sanitaria . Giorni dopo la macabra scoperta: ho trovato 5 galline morte nel terreno di 1500 metri quadri e 3 oche decapitate nella tinozza piena di acqua dove si facevano il bagno. Erano oche francesi che ti seguono, vengono se le chiami, si fanno accarezzare. Le ho seppellite con un dolore immenso».
Anche la baby sitter, che ha vissuto con la famiglia per 7 anni, ha notato gli strani comportamenti del vicino. «Ci chiamava in continuazione a lavoro, a Roma - aggiunge la giornalista - perché il tizio sostava davanti al cancello facendo foto e riprese attraverso i buchi della siepe o delle griglie del cancello minacciandoci». La famiglia, cosi, decide di trasferirsi a Roma e utilizzare la casa nei fine settimana. Le vessazioni e i dispetti, però, non si fermano. Ieri mattina Paola Scaramozzino ha deciso di tornare negli uffici dei carabinieri della compagnia veliterna, dopo aver notato che la stradina di accesso era stata deliberatamente delimitata.
«Appena vede un'auto si precipita davanti al cancello, fa foto, filmini, minacce che si sono estese anche a chi mi viene a trovare.

La strada è sua. Ha aggredito due agenti immobiliari, messo tronchi, laterizi, pietre. Sabato 26 marzo ha messo lastre di cemento lungo tutto il percorso della strada che porta alla mia abitazione». La strada è stata già oggetto di una causa civile vinta nei tre gradi dalla donna. Ma non è cambiato molto. «In una riunione di tutti i confinanti ha detto chiaramente che non mi farà entrare nel mio cancello e che mi deve distruggere».

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