Roma, l’Atac al prefetto: «Mancano i bus, più gente a bordo»

Roma, l Atac al prefetto: «Mancano i bus, più gente a bordo»
Roma, l’Atac al prefetto: «Mancano i bus, più gente a bordo»
di Francesco Pacifico
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Venerdì 18 Giugno 2021, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 08:42

Il ragionamento che si fa in Atac e in Regione - e che è stato condiviso con il Prefetto - è semplice: «Se i contagi sono crollati e la vita è ripresa un po’ ovunque, tra stadi che tornano a riempirsi e la gente seduta al ristorante, che senso ha mantenere il distanziamento sui mezzi pubblici?». Anche perché, in questi giorni, c’è spesso troppa gente in attesa alle banchine e poca che può, concretamente, salire a bordo su bus e treni. Almeno stando alle regole attuali sul contingentamento per il Covid. Senza contare che la municipalizzata ha soltanto 1.500 bus nella sua flotta. Per tutto questo Atac e Regione (che gestisce Cotral e Astral) hanno chiesto al Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, di farsi latore di una loro richiesta da portare al governo: eliminare il tetto dei viaggiatori che possono utilizzare i mezzi pubblici in questo periodo, cioè quel contingentamento che impone di non superare il 50 per cento rispetto ai passeggeri omologati, sia in piedi sia seduti.

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Un vertice su questo tema si terrà già mercoledì prossimo a Palazzo Valentini, ma le parti in causa sperano di piegare le ultime resistenze del Cts grazie all’intervento del Prefetto, visto che a Roma la domanda di trasporto pubblico sta crescendo già a dismisura in questi giorni, con una maggiore presenza negli uffici dopo mesi di smart working, il ritorno dei turisti, la ripartenza delle zona della movida e l’avvio degli Europei, che vede proprio la Capitale tra le città che ospitano la manifestazione. Ed è utile muoversi già da ora anche in prospettiva di settembre, quando ripartiranno le scuole.
Soltanto rispetto a un mese fa ci sarebbero in giro per la Città eterna oltre 100mila persone in più che viaggiano sui mezzi pubblici.

Un dato ancora più significativo, perché si registra anche dopo la chiusura delle scuole. Ma con il contingentamento, soprattutto nelle ore più calde della giornata, si registrano pericolose code alle banchine. Per non parlare del fatto che sul alcune linee periferiche, dove sono i minori i controlli, con meno autobus gli assembramenti a bordo sono all’ordine del giorno. 

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Sintonia

Da tutto questo nasce la richiesta di Atac e della Regione Lazio, mai così in sintonia su questo argomento dopo mesi di contrasti legati al passaggio da una all’altra delle ferrovie concesse oppure alla gestione dei trasporti nell’epoca del Covid. Entrambe premono sulla Prefettura perché intervenga sul governo, specificando che il contingentamento finisce paradossalmente per creare più problemi di ordine pubblico: impone alle aziende di trasporto di concentrare i suoi mezzi su determinate fasce orarie, lasciandone scoperte altre; non permette a tutti l’accesso ai mezzi; “spaventa” la popolazione perché la spinge ad associare contingentamento con il rischio di contagiarsi; di fatto sposta gli assembramenti dai vagoni delle metro e dalle cabine degli autobus alle banchine.
Anche se il desiderio è quello di far saltare il tetto, Atac e Regione sarebbero soddisfatti se la sortita del Prefetto li aiutasse a riportare il riempimento delle vetture almeno all’80 per cento della capienza. In questo modo, si riuscirebbe anche a mantenere un minimo distanziamento. Confermato invece l’obbligo di indossare la mascherina, mentre la municipalizzata avrebbe anche garantito un rafforzamento dei controllori, da poco più di un mese rimessi in servizio a bordo.
Ma in questa partita c’è anche una questione economica, che in Atac non sottovalutano. Stando all’ultimo bilancio appena approvato, l’azienda via Prenestina ha registrato dopo le restrizione del Covid una perdita nella bigliettazione di 174 milioni di euro. Per ripianarla il management ha utilizzato i fondi straordinari arrivati da governo e Comune (65 milioni di euro dal Mit come ristori e 45 dal Campidoglio che ha pagato anche i chilometri previsti dal contratto di servizio non effettuati), ma ha dovuto apportare tagli all’operatività per 50 milioni, soprattutto ritardando alcuni investimenti. Da qui la speranza che facendo saltare il contingentamento, i romani possano tornare a utilizzare i mezzi con maggiore frequenza: ora siamo a quota 700mila al giorno, prima della pandemia eravamo a 1,3 milioni. 
 

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