Roma, il Campidoglio boccia l'Ama: troppi tagli sul porta a porta

Roma, il Campidoglio boccia l'Ama: troppi tagli sul porta a porta
Roma, il Campidoglio boccia l'Ama: troppi tagli sul porta a porta
di Francesco Pacifico
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Venerdì 16 Ottobre 2020, 07:24

Per la Regione poca raccolta differenziata e ancora meno impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti. Ed evitare nuove emergenze rifiuti. Nel mirino del Comune, invece, l'abbandono del porta a porta e i tempi per la riconversione del Tmb di Rocca Cencia. Doppia bocciatura per il nuovo piano industriale di Ama. Ma a preoccupare l'ad, Stefano Zaghis, è proprio lo stop del Campidoglio, azionista della municipalizzata, lo stesso che continua a traccheggiare sull'approvazione dei bilanci.

Il neo assessore all'Ambiente, Katia Ziantoni, lo scorso 9 ottobre ha mandato una lettera di fuoco allo stesso Zaghis e al collega al Bilancio (Gianni Lemmetti), nel quale accusa che «l'analisi sul sistema di raccolta porta a porta e stradale viene fatta esclusivamente sulla base di logiche economiche, senza considerare la sostenibilità ambientale del modello domiciliare in termini di migliore qualità merceologica dei materiali conferiti, di responsabilizzazione dell'utente, di miglioramento del decoro e dell'immagine della città».

Già a settembre aveva chiesto conto a Zaghis dei ritardi nel porta a porta a Colle Aniene e per sapere dove erano finiti i cassonetti intelligenti mai montati in zona.

Nell'ultima missiva, poi, Ziantoni accusa il manager di guardare a un modello incentrato su discariche e inceneritori, chiede di anticipare di un anno la riconversione di Rocca Cencia, di trovare i fondi per i centri di raccolta previsti nell'era Tronca o per riqualificare la struttura di via Don Mazzolari fino a introdurre premi aziendali agli spazzini, ma legati ai risultati nella pulizia della città.


NUOVE EMERGENZE


Duro con Ama anche l'assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, autore di un piano che porta la differenziata nel Lazio al 75 per cento nel 2025 e chiede a ogni provincia di essere autonoma. Invece, «ancora una volta Roma sta perdendo una grande opportunità e rischia di tornare all'anno zero sulla gestione dei rifiuti. Senza impegni sugli impianti non si riuscirà a chiudere il ciclo, paventando nuove emergenze nella Capitale».


Alla base del contendere il piano industriale, già bocciato a inizio a anno quando Zaghis aveva guardato ai termovalorizzatori. Per il Campidoglio la pietra dello scandalo è la parte sulla raccolta porta a porta (Pap). Ama - che con l'avallo del Comune ha abbassato il livello della differenziata nei prossimi 5 anni dal 70 al 60 per cento -la boccia: scatena più reclami, «non tutti i municipi con questa raccolta hanno raggiunto percentuali di differenziata superiori alla media cittadina», impone «percentuali di lavorate sproporzionate», «ha un costo 3 volte superiore» rispetto alle altre raccolte.

La soluzione? Mantenerlo solo dove è sostenibile, altrimenti si torna ai cassonetti per strada. Anche se posti in isole ecologici con contenitori intelligenti, che riconoscano i materiali e calcolano la tariffa della Tari per ogni cittadino. Zaghis propone di rinviare di un anno, al 2022, la trasformazione del Tmb di Rocca Cencia in un impianto multimateriale per smaltire carta, plastica e vetro. Legandolo però «all'individuazione di spazi alternativi già esistenti». Poi promette un nuovo Tmb (senza specificare dove) tre tritovogliatori e sei siti per la trasformazione dell'umido come dei pannolini, oltre a 39 centri di raccolta.


Come detto, boccia il piano anche la Regione. Nel mirino lo stop al porta a porta, l'obiettivo del riciclo portato al 55 per cento e la differenziata al 60 (la normativa nazionale attuale impone il 65), ma soprattutto si accusa Zaghis di non prevedere più i 14 impianti indicati dal precedente piano Bagnacani. Dagli uffici di via Cristoforo Colombo si fa poi notare che la Municipalizzata non usa i fondi (una ventina di milioni) stanziati dalla Regione alle aziende e ai comuni per fare gli impianti necessari. Il rischio è così si continua a pagare soltanto grosse cifre per portare i rifiuti fuori regione.

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