Roghi tossici a Roma, il "modello Caffarella" esportato nel quartiere Trieste: residenti sentinelle, droni e questionari online

Una foto scattata dai residenti del quartiere Trieste
Una foto scattata dai residenti del quartiere Trieste
di Laura Bogliolo
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Martedì 14 Luglio 2020, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 14:54

I romani non cedono di fronte alle difficoltà che sembrano insormontabili quando ogni sera si è costretti a respirare fumi tossici. Si rivolgono prima alle istituzioni e quando capiscono che neanche loro sono in grado di ristabilire la normalità, chiedono consigli ad altri romani.

Succede nel centralissimo quartiere Trieste dove in aiuto dei residenti sono arrivati gli abitanti della Caffarella. I due quartieri sono accomunati dalla piaga dei roghi tossici. I primi, nel VII Municipio, sono riusciti a rintracciare e far denunciare ma anche arrestare diverse persone che appiccavano i roghi nel parco della Caffarella. 

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«Dobbiamo avere una copertura del territorio più capillare, con una preferenza verso tutti coloro che possono avere una visibilità privilegiata, i dati saranno  incrociati e le informazioni sommate, i roghi sono attività che se studiate  diventano prevedibile, Condividete e chiedete ai vostri vicini di iscriversi al gruppo». I consigli sono di Flavio De Septis, il responsabile del gruppo Facebook "No roghi tossici Caffarella": grazie alle segnalazioni dei residenti, all'attività con droni e alla collaborazione strettissima con le forze dell'ordine, alcuni malviventi sono stati arrestati mentre davano alle fiamme rifiuti. E ora "il modello Caffarella" contro i roghi tossici viene esportato nel quartiere Trieste.

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I residenti hanno creato il gruppo Facebook "Quartiere Trieste-Salario No roghi tossici" e in pochi giorni già in 700 hanno aderito all'iniziativa. «Intanto abbiamo creato un questionario online da compilare ogni volta che si avverte odore di bruciato - spiega Francesca, residente - De Septis ci sta aiutando, il fine è fare un esposto, ma anche riuscire a individuare in modo chirurgico da dove provengono i roghi».

Centinaia le segnalazioni nei post pubblicati. "Via Mascagni, ore 3 di notte, aria irrespirabile e mal di testa". "Piazza Vescovio, puzza di bruciato, ho dovuto chiudere le finestre". E ancora: "Via Boito, ore 23.30, ho dovuto chiudere le finestre".

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«Immaginiamo che i roghi provengano dalle sponde dell'Aniene, dal campo nomadi sull'Olimpica, ma anche dalla discarica che c'è in fondo a via Mascagni» aggiunge Francesca. Ieri, una delegazione del gruppo è stata ricevuta da agenti del commissariato Vescovio e hanno illustrato il nuovo modello per cercare di stanare chi appesta l'aria di Roma.
 

 



 

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